"CASO CODAZZI". CAPITOLO CARTA D'IDENTITÀ E FALSE DICHIARAZIONI
«Beati coloro che hanno fame e sete
di giustizia, perché verranno saziati»

Dopo il sindaco, querelata l'impiegata del Comune di Buglio in Monte

di LUCIANO CODAZZI

Come vi dissi in luglio, avevo deciso di fare dei tentativi di conciliazione con ciascuno dei responsabili dei diversi abusi, violazioni di leggi, false dichiarazioni, raggiri e quant'altro ho dovuto subire, come ben sanno i più vecchi lettori di questo giornale, che non finirò mai di ringraziare per avermi consentito di farli conoscere. Per chi, invece, avesse scoperto soltanto ora 'l Gazetin ricordo che possono trovare la documentazione che può aiutare a comprendere meglio i più recenti sviluppi delle diverse vicende anche su Internet, ancora grazie al giornale, all'indirizzo http://labos.valtellina.net/gazetin/codazzi0.htm oppure possono richiedere in redazione i numeri arretrati che vengono citati.

Così, dopo il tentativo (fallito) di conciliazione con il curatore Corrado Cottica e l'avv. Mario Polini per quanto riguarda l'ingiusto fallimento e dove avevo chiamato quali testimoni a supporto delle mie ragioni la commercialista dott. Vanna Mottarelli e i responsabili dell'Unione Commercio, Turismo e Servizi ('l Gazetin, maggio 2000); dopo quello (parimenti fallito) con Alberto Frizziero, Alcide Molteni e Pietro Carnini e con i miei testimoni Dario Folini e Nazareno Iannace per la vicenda ASM dell'ingiusta interruzione nell'erogazione di energia elettrica che gravi danni provocò alla mia ancora florida azienda ('l Gazetin, luglio 2000); dopo quello (sempre fallito) con l'Ufficio Iva di Sondrio per la impropria insinuazione nel passivo del fallimento quando ero io a vantare (come vanto tuttora) un credito nei confronti dell'erario, dove mi accompagnò e testimoniò il dott. Matteo Russo… intendevo proseguire, punto su punto, affrontando il capitolo della carta d'identità di cui sono rimasto privo per un incredibilmente lungo periodo di tempo (2.100 giorni! Qualcuno ricorderà la copertina del Gazetin, marzo 1996).

Nel frattempo il Giudice di Pace di Morbegno, presso il cui ufficio si svolsero con estrema correttezza le procedure che ho riassunto, subisce un avvicendamento per il trasferimento del dott. Ugo Lusardi, che viene temporaneamente sostituito dal dott. Mario Leone, titolare dello stesso ufficio a Sondrio. A quest'ultimo è toccato dunque di esaminare la mia richiesta di convocare ad un tentativo di conciliazione (con risarcimento danni pari a un miliardo di lire) i responsabili da me individuati per il suddetto "capitolo", e precisamente:

  1. la Sig.a Fulvia Travaini, impiegata presso il Comune di Buglio in Monte, per le false dichiarazioni rilasciate nell'interrogatorio (che vedremo più sotto) del 28 aprile 2000;
  2. la stazione dei Carabinieri di Ardenno, per la vicenda della restituzione del borsellino che ho a sua tempo raccontato e delle false dichiarazioni in proposito;
  3. il Sig. Placido Azzalini, mio nipote, per la falsa testimonianza resa e le affermazioni offensive e prive di fondamento nei miei confronti;
  4. la stazione dei Carabinieri di Novate Mezzola, per gli abusi più volte da me inutilmente denunciati e per la non veritiera descrizione dei fatti resa alla sezione di P.G. incaricata di svolgere le indagini (si noti qui che nella stessa sentenza della Corte d'Appello di Milano, che peraltro mi ha assolto dal reato di calunnia annullando la precedente condanna del Tribunale di Sondrio, vengono riportati passaggi falsi di quel rapporto, come ad esempio il fatto che a guidare il furgone dalla statale al piazzale della Caserma di Novate sia stato l'appuntato Massimo Gheller e non, come invece è avvenuto, il sottoscritto; mentre non viene menzionato il precedente a carico del medesimo appuntato, risultante dal certificato del casellario giudiziale contenuto nel fascicolo, e cioè la condanna per "furto militare" a 4 mesi e 2 giorni di reclusione col doppio beneficio della sospensione della pena e della non menzione);
  5. la stazione dei Carabinieri di Berbenno di Valtellina, per una mancata notifica di atti dichiarata invece come effettuata nel rapporto alla P.G.

Il "nuovo" Giudice di Pace, dopo aver a lungo approfondito la questione, concluse (23/09/2000) dichiarando il mio ricorso "inammissibile in quanto le parti che il ricorrente intende convocare, dovrebbero ammettere circostanze e fatti, ammissivi di responsabilità penali" e suggerendomi quindi di costituirmi direttamente innanzi al competente Tribunale. Ora dovete sapere che, così come già avevo fatto con il Sindaco di Buglio in Monte (la denuncia-querela nei confronti del quale venne frettolosamente archiviata) e dopo aver inutilmente tentato di ottenere da lui una risposta circa la mancata iniziativa del suo predecessore sulla dolente questione della carta d'identità, nel dicembre 1999 avevo presentato denuncia nei confronti del Prefetto di Sondrio. Nell'ambito della indagini di questo procedimento penale (rubricato al n. 959/99T), venne interrogata dal maresciallo Antonio Sottile (Carabinieri di Ardenno), appunto nell'aprile di quest'anno come risulta dal foglio 14 del relativo fascicolo, l'impiegata comunale Fulvia Travaini che, fra le altre "mezze verità", dichiarò che il furgone mi era stato sequestrato. La stessa, per il ruolo che svolge, non poteva non sapere, come sa chiunque abbia seguito le mie vicende, che invece il mezzo mi era stato sottratto illegittimamente e abusivamente senza emissione di alcun inventario dei beni e dei documenti in esso contenuti. Del resto avevo già querelato il suo Sindaco, Walter Sterlocchi, per una affermazione analoga, contenuta in una nota scrittami, e tale denuncia era stata integralmente pubblicata da questo giornale ('l Gazetin, settembre 1996) con relativo "strillo" in locandina per cui in paese tutti lo vennero a sapere. Figurarsi se l'impiegata non l'ha vista e commentata sul posto di lavoro!

In tale comportamento "recidivo" io vedo ripetersi il solito tentativo di annacquare, di depistare così come è stato fatto, e in maniera ben orchestrata, in tutti questi anni per impedire che emergesse la verità. Sono infatti cose che restano agli atti e che un domani potrebbero anche essere usate contro di me. Non a caso il Pm conclude l'indagine chiedendo l'archiviazione, cui mi sono opposto nei termini e forme di legge, del procedimento a carico del Prefetto. Qualche mese fa Vanna Mottarelli, su queste stesse pagine, denunciava l'archiviazione senza indagini a proposito della vicenda dei commercialisti: in questo caso, invece, le indagini si fanno ma… solo di facciata e in modo alquanto sommario, senza il confronto delle parti e quindi impedendo la confutazione delle false dichiarazioni.

Così, risultandomi impossibile la strada del tentativo di conciliazione per la ragione che sopra vi ho detto, dopo il Sindaco ho deciso di denunciare la sua impiegata con querela verbalizzata presso la Questura di Sondrio il 28 settembre 2000.

***

Mentre mi metto nuovamente in paziente attesa che la giustizia faccia il suo corso, sollecitandola, se sarà necessario, con analoghe iniziative nei confronti degli altri responsabili sopra elencati, voglio farvi partecipi di alcuni momenti delle mia esistenza di questi anni e relativi ricordi e commenti via via annotati:

 

[DIDASCALIA DELLE ILLUSTRAZIONI:]
- le immagini riportate nell'edizione cartacea vengono qui omesse per non appesantire la pagina web -

  1. Luciano Codazzi, durante il suo secondo viaggio a Strasburgo (07/06/1999).
  2. Il frate francese, abbé Pierre, mentre parla ai manifestanti davanti alla sede del Consiglio d'Europa. Strasburgo, 07/06/1999.

(da 'l Gazetin, NOVEMBRE 2000 )


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