SONDRIO. CODAZZI CHIAMA IN CAUSA IL COMUNE PER
LA VERTENZA CON L'ASM
Molteni, Frizziero e Carnini
si chiamano fuori
Nessuno dei tre si presenta al tentativo di
conciliazione presso il Giudice di Pace di Morbegno
di LUCIANO CODAZZI
Questo giornale si è a lungo occupato delle vicende in cui sono stato coinvolto. I danni, materiali e morali, che mi sono derivati per queste vicissitudini sono stati complessivamente quantificati nella cifra di un miliardo di lire (e chi ha avuto la pazienza di seguire tutti i miei racconti converrà che non è affatto importo fuori luogo). Questo alla data del 25 settembre 1998, giorno in cui - come sapete - sono stato assolto in appello dall'accusa di calunnia, e quindi con rivalutazione, interessi e spese da lì in poi. Il risarcimento dovrà essere posto a carico dei responsabili dei diversi abusi, violazioni di legge e quant'altro, ciascuno per la parte che gli compete in base alla parte avuta nel compimento degli illeciti stessi.
Ciò detto, malgrado i difformi pareri sull'argomento, ho ritenuto buona cosa prioritariamente mettere in atto dei "tentativi di conciliazione" con le diverse parti in causa, com'è consentito dall'attuale ordinamento della giustizia. Poiché, infatti, non sono animato dal sentimento della gratuita vendetta, di voler cioè a tutti i costi veder puniti i responsabili (sbagliare è umano, si sa), ma semplicemente e fermamente intenzionato a ottenere riparazione ai torti subiti, mi è sembrato corretto percorrere questa strada. È qui che entra in gioco l'Ufficio del Giudice di Pace, come già vi ha informato il giornale lo scorso mese di maggio a proposito del tentativo di conciliazione con il curatore ed il legale del fallimento, e in merito al quale, per sottolinearne la correttezza e in qualche modo favorirne la conoscenza da parte di tutti i cittadini che potrebbero trovarsi ad averne bisogno, ci tengo a completare l'informazione sullo staff dell'Ufficio di Morbegno (titolare e assistente giudiziario li ha già citati la redazione nel pezzo richiamato) con i nominativi delle impiegate, Elvira Ciappini e Cinzia Grisoldi, e del collaboratore di cancelleria, Antonio Di Clemente.
Orbene, il 10 giugno ho effettuato il tentativo di conciliazione con la città di Sondrio e la sua Azienda dei Servizi Municipali a proposito dell'indebita interruzione dell'erogazione dell'energia elettrica avvenuta nel lontano 1981, episodio che mi procurò gravi danni e sofferenze (ricorderete, ad esempio, che ero depositario della Società Trentina Lieviti, la n° 1 per lieviti di panificazione e burro CEE) e contribuì a pregiudicare la mia immagine e con essa i rapporti con moglie e famiglia. Ho già avuto modo di raccontare la vicenda in un appello pubblicamente rivolto all'allora Presidente del Consiglio comunale, Matteo Russo («Codazzi / Città di Sondrio», 'l Gazetin, gennaio 1998), cui ho fatto seguito con una formale istanza all'attuale Sindaco, Alcide Molteni. Ma nel capoluogo, nella Sondrio "progressista" e "democratica" (non è così che si chiama lo stesso gruppo di maggioranza?), a quanto pare non è costume non dico interessarsi, ma almeno civilmente rispondere a un suo irreprensibile cittadino. Infatti non vengo degnato nemmeno di un cenno di ricevuta. Così, dopo aver pazientato per mesi, con l'assistenza e il patrocinio del Movimento per la giustizia "Robin Hood", nel settembre 1998 presento un esposto (integralmente pubblicato ne 'l Gazetin, novembre 1998 - Ndr), che viene registrato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sondrio al N. 800/98 RGNR e poi trasmesso per competenza al Tribunale di Brescia il 22/09/1998, in base al quale risulta indiziato di reato ex art. 323 c.p. il Sindaco all'epoca dei fatti Alberto Frizziero, come risulterà da certificazione rilasciata dalla Cancelleria della Procura sondriese in data 03/11/1999.
Mi sono poi rivolto direttamente anche all'ASM e ai suoi
attuali responsabili; ottenendo anche qui, per unica risposta, il
silenzio (salvo un colloquio interlocutorio con il Direttore,
ing. Doriano Paganoni) ho quindi interpellato il
Difensore Civico, dott. Ernesto Cerretti, il
quale si è correttamente premurato di sollecitare le parti.
Molteni ignora anche gli interventi di quest'istituzione,
evidentemente il potente Sindaco si ritiene superiore a
queste
miserie degli umili, mentre Pietro Carnini,
divenuto nel frattempo Presidente dell'Azienda, risponde con una
nota del 27/07/1999 che è il caso di commentare brevemente.
Nella stessa, inviata per conoscenza anche al Sindaco e al
Difensore Civico, l'esponente diessino (questa della
colorazione politica sarebbe annotazione superflua se non fosse
che di quel Partito sono stato tesserato per anni, nei quali i
suoi massimi esponenti provinciali amavano ripetere: «Quando
saremo noi ad amministrare
queste cose non succederanno
più!»
) mi informava che, «dopo lunghe e laboriose
ricerche effettuate nei nostri archivi», nulla risultava del mio
caso e che «in particolare non risulta nulla circa le presunte
responsabilità di questa Azienda nelle persone dei suoi
Amministratori dell'epoca». Dove, a parte il consueto tono
"scarica barile", è certamente singolare la
contraddizione tra il non aver reperito la documentazione e, ciò
nonostante, aprioristicamente escludere qualsiasi
responsabilità. Non vi pare? Tengo allora a far sapere,
pubblicamente, al signor Carnini i numeri del sottoscritto quale
utente della "sua" perfettissima Azienda:
- N. utente per energia elettrica: 255379/75
- N. utente per acquedotto (insieme con la moglie): 021180/34
- N. utente per rifiuti: 170300/65
Chissà che non l'aiutino nel proseguire le sue "laboriose
ricerche"
All'udienza presso il Giudice di Pace, ovviamente, lorsignori non si sono presentati: non si è presentato il Sindaco pro-tempore Frizziero, né l'attuale, Molteni; non il perito industriale dell'ASM Valerio Bertazzini, né l'attuale Presidente Carnini Presenti a svolgere il proprio dovere civico, invece, anche se trasformatosi in una veloce presa d'atto delle più "illustri" assenze, i miei testimoni nelle persone di Dario Folini (ricorderete l'immediato aiuto che mi diede con una batteria per tamponare in emergenza l'improvvido stacco della corrente), alla ribalta delle cronache in queste settimane per essere uscito vittorioso da una causa per l'abusiva edificazione di un garage a ridosso della sua abitazione in pieno centro storico (cfr. La Provincia di Sondrio - settimanale, 17/06/2000), e di Nazzareno Iannace.
Come sempre, la solidarietà degli umili ed onesti a fronte della strafottenza dei potenti di turno.
http://labos.valtellina.net/gazetin/codazzi0.htm
[DIDASCALIA DELLE ILLUSTRAZIONI:]
- le immagini riportate nell'edizione cartacea vengono qui
omesse per non appesantire la pagina web -
(da 'l Gazetin, LUGLIO 2000 )
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