caso Fallimento GIANONCELLI |
CRONACA GIUDIZIARIA. TENTATIVO
DI CONCILIAZIONE COTTICA VS BERTELLI/MOTTARELLI
Concilia?
- Scusi, ma… per cosa?
È
la lettera-appello
al Presidente del Tribunale e al Procuratore della Repubblica di
Sondrio, dell'aprile 2001, l'oggetto della nuova querela sporta dal
Curatore del fallimento Gianoncelli
di VANNA MOTTARELLI
Eravamo curiosi, Stefano
Bertelli e io, di conoscere cosa avevamo
detto o fatto il 22 giugno 2001 per diffamare il dottor Marco
Cottica. Sì, perché, a quanto
risultava dagli atti che ci sono stati notificati, qualsiasi cosa
avessimo combinato, l’avevamo fatta insieme (“mal comune,
mezzo gaudio"). I conti però non tornavano. Stefano e io
non abbiamo mai “fatto salotto”, né al bar, né
in pizzeria, né in piazza, né in alcun altro luogo. I
nostri appelli alle istituzioni e all’opinione pubblica, da
sempre, avvengono a mezzo comunicati. L’unico comunicato a
firma congiunta di Stefano (per l’Associazione Insieme
per la giustizia), e mia (per Italia
dei valori e per l’Osservatorio
europeo sulla legalità) è stato
quello diffuso nel mese di aprile
dello scorso anno intitolato «Basta
persecuzioni nei confronti della famiglia Gianoncelli»,
con il quale rendevamo nota la vicenda del “trasloco
coattivo” della somma di lire dieci
milioni dal conto corrente di Patrizia, “acceso” (ora
spento) presso l’Istituto Bancario San Paolo IMI, alle casse
del fallimento.
Eravamo curiosi, al punto che sperando di scoprire
“l’arcano”, abbiamo deciso di presentarci
all’appuntamento fissato per il tentativo di conciliazione
dall'Ufficiale di P.G., il Commissario Domenico
Di Zinno. E così, il 5 febbraio
scorso, Stefano e io, accompagnati dal nostro avvocato Franca
Alessio del foro di Lecco, abbiamo varcato la
soglia degli uffici giudiziari in veste di “indagati di reato”.
Il dottor Marco Cottica era presente con il proprio avvocato Marco
Bonomo.
Mi è sembrato di vivere in
un'atmosfera surreale che, fino a quel momento, avevo visto solamente
nei films.
Il commissario Di Zinno, in prima battuta, aveva fatto una
“ramanzina” perché Stefano (che veniva da
Valdidentro) era in ritardo (per problemi di parcheggio). E pensare
che per essere presente aveva persino cambiato il turno a scuola. Il
Commissario, durante tutto l’interrogatorio (pardon,
durante il “tentativo di conciliazione”) aveva usato toni
concitati. (In fondo, aveva innanzi a sé… due indagati
di reato).
Le cose - in sintesi (il virgolettato non è da
intendersi "alla lettera") - sono andate, più o
meno, così.
Commissario (Di
Zinno): «Vi abbiamo convocato per un tentativo di conciliazione
a seguito di querela sporta nei vostri confronti dal dottor Marco
Cottica».
Avvocato (Franca
Alessio): «Di che cosa si tratta?»
Commissario:
«Si tratta di querela per diffamazione».
Avvocato:
«Questo lo abbiamo capito dall’informazione di garanzia…
Quando è stata presentata la querela?»
Commissario:
«Nel mese di aprile 2001».
Primo
indagato (Vanna): «Impossibile».
Commissario:
«Stia zitta. Parli solo quando è interrogata».
Primo
indagato: «Come può essere
presentata una querela, in aprile,
per un fatto accaduto il ventidue
giugno?»
Commissario:
«Vediamo… Ah, sì…, mi sono sbagliato. La
querela è stata presentata il 22 giugno 2001».
Avvocato
(Franca Alessio): «Quindi il 22 giugno non è
la data del fatto!!! - Di che cosa si tratta?»
Commissario:
«Non ve lo sposso dire, c’è il segreto
istruttorio».
Avvocato:
«Cosa debbono (gli indagati) conciliare, se non sanno nemmeno
di che cosa si tratta?»
Commissario:
«Vi posso dire solamente che riguarda un articolo pubblicato su
‘l Gazetin».
Avvocato:
«Di quale articolo si
tratta?»
Commissario:
«Vi posso solamente dire che è stato pubblicato su ‘l
Gazetin del mese di aprile… a pagina
tre».
Primo indagato: «Ho
capito di che cosa si tratta. Non intendo affatto
conciliare».
Commissario (all’agente
verbalizzante): «L’indagato Vanna
Mottarelli, per il reato di diffamazione a mezzo stampa…».
Primo
indagato: «Mi scusi, vorrei
puntualizzare…».
Commissario:
«Stia zitta, …mi fa perdere la concentrazione. Per il
reato di diffamazione a mezzo stampa…».
Primo
indagato: «Scusi se
insisto…».
Commissario: «Stia
zitta!!!»
Primo indagato:
«Sull’informazione di garanzia, c’è reato di
diffamazione e non anche quello di diffamazione a mezzo
stampa».
Commissario:
«Non si preoccupi di quello che c’è scritto
sull’informazione di garanzia!!! - (al
verbalizzante): L’indagato, per il
reato di diffamazione a mezzo stampa… non intende conciliare.
L’indagato dichiara… - (a me):
Ora dica pure».
Primo indagato:
«Sull’informazione di garanzia non viene menzionato il
reato di diffamazione a mezzo stampa». - La dichiarazione viene
messa a verbale. «Vorrei fare un'altra precisazione… Per
l’articolo pubblicato su ‘l
Gazetin di aprile il dottor Marco Cottica ha
promosso causa civile nei miei confronti e nei confronti del
Direttore, Enea Sansi, e dell’Editore…».
Commissario:
«Stia zitta! Qui si dice solo se si intende, o meno,
conciliare. Se vuol fare dichiarazioni faccio uscire
tutti…».
Avvocato:
«La signora Mottarelli intendeva solamente
puntualizzare che, se non è andato a buon fine il tentativo di
conciliazione in sede civile, non può certo andare a buon fine
quello in sede penale».
Commissario
(all’agente
verbalizzante): «L’Avvocato
Alessio dichiara…». - L'avvocato ripete la dichiarazione
sopra riportata, che viene messa a verbale (potenza
dell’avvocato!!!). «Si dà
pertanto atto che il tentativo di conciliazione non è
riuscito».
Primo indagato:
«Scusi…».
Commissario:
«Stia zitta!!!»
Primo indagato:
«Io ho parlato per me. Bertelli non è stato sentito.
Forse potrebbe pensarla diversamente…».
Commissario:
«Il Signor Stefano Bertelli dichiara… - Dica!»
Secondo
indagato (Stefano): «Confermo tutto
quanto è scritto sul comunicato».
Commissario:
«Qui non si tratta di confermare!!! Qui si tratta solamente di
dire se si concilia o se non si concilia!!!»
Stefano,
abituato alla quieta vita della scuola, aveva assistito esterrefatto
al dibattito e, alla brusca affermazione del commissario a lui
rivolta, è rimasto per un attimo disorientato.
Primo
indagato (a Stefano):
«Condividi anche tu quello che ho detto io?»
Commissario:
«Stia zitta! È capace anche lui di parlare».
Primo
indagato: «Chiedo scusa».
Secondo
indagato: «Non concilio».
Commissario
(all’agente verbalizzante):
«Si dà atto che il tentativo di conciliazione non è
riuscito».
Avvocato (Franca
Alessio): «Di solito si chiede al querelante se intende
rimettere la querela e al querelato se intende accettare la
remissione della querela?».
Avvocato
(Marco Bonomo): «A noi non è stato chiesto
nulla».
Commissario:
«Intendete conciliare?»
Avvocato
(Marco Bonomo): «No. Non ci è
stata fatta alcuna offerta».
Commissario
(all’agente verbalizzante):
«Si dà atto che il tentativo di conciliazione non è
riuscito».
Una firma in calce al verbale e… cambio
della guardia con Enea Sansi,
pure lui assistito dall’avv. Franca Alessio e parimenti
convocato avanti il Commissario Di Zinno per il rituale "tentativo
di conciliazione”, promosso a seguito di altra querela
presentata dal dott. Marco Cottica. Nemmeno in questo caso si sono
avute informazione circa i termini della citazione (li si potranno
conoscere solo al termine delle… indagini), ma conferma che la
querela si riferisce all'articolo «I
tacchini e i nostri 25 lettori»,
pubblicato sul Gazetin
del luglio scorso, a pagina 4. Anche per Enea, come prevedibile, il
tentativo è
rimasto tale.
Il tempo per un aperitivo al bar (l’occasione
per stare insieme, in fondo, è sempre gradita) e… via!
Liberi (per ora) di tornare alla routine
quotidiana.
(da 'l Gazetin, APRILE 2002)
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