caso Fallimento GIANONCELLI |
Basta persecuzioni alla famiglia
Gianoncelli!!!*
"Osservatorio
europeo sulla legalità", lista "Di Pietro - Italia
dei valori" e associazione "Insieme per la giustizia"
lo chiedono pubblicamente al Presidente e al Procuratore generale
della Repubblica presso il Tribunale di Sondrio
L’Osservatorio europeo
sulla legalità, l'Italia dei Valori e
l’Associazione Insieme per la Giustizia biasimano lo
stillicidio di persecuzioni perpetrate ai danni della famiglia
Gianoncelli, denunciando alle istituzioni pubbliche e all’opinione
pubblica l’ennesimo increscioso episodio accaduto giovedì
29 marzo, allorché l’agenzia di Sondrio del SanPaolo IMI
ha coattivamente prelevato dal conto corrente di Patrizia
Gianoncelli, figlia di Franco Gianoncelli, completamente estranea al
fallimento, una somma di Lire 10.000.000, somma che, per effetto di
diffida al predetto Istituto di credito effettuata dal curatore Dr.
Marco Cottica, è stata versata nelle casse del fallimento.
Il
fatto è collegato alla ben nota vicenda del rimborso del
credito IRPEF che Franco Gianoncelli aveva percepito dall’INPS
con la pensione di settembre, a seguito di presentazione del modello
730/2000. Le predette somme sono state pagate dall’Ufficio
Postale di Sondrio, per conto dell’INPS, in parte in contanti e
in parte mediante assegno circolare emesso dalla Banca Popolare di
Sondrio, intestato dal cassiere delle poste nominativamente a Franco
Gianocelli.
Patrizia Gianoncelli presentò all’incasso
l’assegno circolare (non girato) presso la sua banca di
riferimento, SanPaolo IMI agenzia di Sondrio. Il controvalore
dell’assegno (Lire 10.000.000) venne versato dalla predetta
banca sul conto corrente di Patrizia, la quale, a sua volta, prelevò
il relativo importo e lo consegnò al padre Franco.
Seguì
la ben nota controversia giudiziaria, per effetto della quale i
fratelli Gianoncelli furono costretti a presentare quattro ricorsi
avanti il Tribunale, a fronte dei quali vennero emesse tre ordinanze,
di cui due già appellate in Cassazione e una in corso di
appello.
Con l’ordinanza n. 1778 depositata in data 15
dicembre 2000, di rigetto della competenza attiva dei falliti del
rimborso IRPEF, il Tribunale di Sondrio, chiamato espressamente a
pronunciarsi, riconosceva la liceità dell’incasso da
parte dei falliti ma riteneva che gli stessi avrebbero
successivamente dovuto versare le somme al fallimento. In data 15
dicembre, infatti, con apposito decreto, il Giudice Delegato, Dr.
Fabrizio Fanfarillo, intimava ai falliti e, quindi, anche a
Gianoncelli Franco, di rifondere le somme inerenti il rimborso IRPEF
entro dieci giorni, pena la denuncia alla Procura della Repubblica
per reati fallimentari (bancarotta).
I falliti opponevano il
decreto, precisando, tra l’altro, che erano impossibilitati ad
ottemperare alla richiesta, tardiva di circa quattro mesi rispetto
alla data in cui tali somme erano state percepite, in quanto le
stesse sono servite per la loro sopravvivenza dal momento che, di
punto in bianco, con altro decreto, il Giudice Delegato, Dr. Fabrizio
Fanfarillo, aveva sequestrato ipso facto, l’intera
pensione a decorrere dalla rata di novembre. Seguì, come
preannunciato, denuncia alla Procura della Repubblica nei confronti
di Gianoncelli Franco e Gianoncelli Peppino. La Corte di Cassazione è
ora chiamata a sciogliere il nodo della competenza del rimborso IRPEF
(somme che sono state pagate personalmente dai falliti in esubero
rispetto alle imposte effettivamente dovute).
Per quanto riguarda
il mancato adempimento all’intimazione con la quale il Giudice
Delegato chiedeva di versare le somme al fallimento, sta indagando la
Procura della Repubblica. Ci si aspettava che a questo punto gli
organi del fallimento si dessero una calmata, in attesa che la
giustizia civile (Cassazione) e penale (ipotesi di reato) potesse
concludere il suo iter.
E invece no. Il curatore Dr. Marco
Cottica, nonostante l’ordinanza del Tribunale di Sondrio che
asseriva la liceità dell’incasso, stante la Legge che
regola gli assegni circolare, ha intimato all’Istituto SanPaolo
IMI, agenzia di Sondrio, di indennizzare il fallimento dell’importo
di Lire 10.000.000 inerente l’assegno circolare pagato a
Gianoncelli Franco per tramite di Gianoncelli Patrizia. L’Istituto
medesimo, ottemperando alla diffida del curatore versava al
fallimento la predetta somma (che peraltro era stata dallo stesso
anticipata in nome e per conto della Banca Popolare di Sondrio)
prelevando il relativo importo dal conto corrente personale di
Gianocelli Patrizia, mandandolo in rosso di sette milioni,
addirittura due milioni oltre il fido bancario e bloccando la
possibilità di prelevare tramite Bancomat. La ragazza, di
punto in bianco si è trovata senza una lira e in tale
condizione rimarrà fino a quando percepirà il prossimo
stipendio. Patrizia è rimasta disoccupata per otto anni. Dal
mese di luglio 2000 lavorava part-time in un’impresa di pulizia
e percepisce uno stipendio di circa ottocentomila lire mensili. I tre
milioni che aveva sul conto corrente erano tutti i suoi
risparmi.
Come ha potuto il curatore intraprendere simile
arbitraria iniziativa? La sentenza del Tribunale di Sondrio che
sancisce la liceità dell’incasso non vale forse per
entrambe le parti (falliti e fallimento?). Come possono essere
stravolte le norme che regolano l'assegno circolare, titolo di
credito esigibile mediante semplice esibizione all’Istituto
bancario? Come poteva la Banca appropriarsi delle somme di proprietà
di Gianoncelli Patrizia in assenza di atto di pignoramento presso
terzi, sequestro o quant’altro? (provvedimenti, in ogni caso
impugnabili).
Il fatto è stato immediatamente denunciato
alla Procura della Repubblica di Sondrio.
La famiglia Gianoncelli
non ha mai chiesto niente a nessuno. Rivendica semplicemente il
diritto di poter vivere con le misere entrate che derivano dalla
pensione e, per quanto riguarda Patrizia Gianoncelli, dal suo misero
stipendio.
Gli scriventi organismi non sono disposti a tollerare
oltre questo stillicidio di persecuzioni nei confronti di una
famiglia che ha avuto il coraggio di difendere con le unghie e con i
denti i propri diritti. Dal canto nostro promuoveremo iniziative
pubbliche di ogni genere. Segnaleremo i fatti a tutte le istituzioni
pubbliche competenti in materia. Stiamo predisponendo un articolato
dossier del caso Gianoncelli, al quale daremo la più ampia
diffusione possibile. Segnaleremo inoltre gli inadempimenti degli
istituti di credito all’A.B.I. e ad altri Istituti di vigilanza
del settore del credito. Ci costituiremo parte civile in giudizi
penali, in quanto portatori di diritti diffusi e utilizzeremo
eventuali risarcimenti per il pagamento di spese di giudizio per
persone non abbienti.Chiediamo con forza al Presidente del Tribunale
e al Procuratore della Repubblica di assumere iniziative di loro
competenza per far cessare queste aberranti persecuzioni.
Vanna Mottarelli
p. Osservatorio
europeo sulla legalità
e Italia
dei Valori
Stefano Bertelli
p.
Insieme per la giustizia
(da 'l Gazetin, APRILE 2001 - "Lettere al Direttore")
* Questo articolo, unitamente ad altri quattro contenuti nel presente medesimo dossier “Fallimento Gianoncelli”, è stato giudicato diffamatorio nei confronti del dott. Marco Cottica con sentenza della Corte d'Appello di Milano n. 2513/08 del 25 giugno 2008, passata in giudicato (Suprema Corte di Cassazione, sentenza n. 12594/11, depositata 14/06/2011).
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