Storia della villa "Sasso Remenno" |
VAL MASINO. LA VILLA "SASSO
REMENNO"
Centocinquanta milioni a Mesiano,
danneggiato dal Comune
5ª puntata, in cui il custode del Masino
rivendica la sua arte di cantastorie e riferisce di come la Corte
d'Appello di Milano abbia "riformato" la sentenza del
Tribunale di Sondrio
Senza dimenticare una consulenza legale commissionata e poi
improvvidamente smarrita da Iobizzi
Debbo
innanzitutto precisare, poiché il Direttore mi riferisce che
continuano a pervenire al giornale illazioni circa l'identità
dell'autore di questa verissima storia (nelle prime puntate si
sospettava fosse Gino Songini, e se ne chiedeva conferma, ora,
avendone pubblicato la foto ad illustrazione della vicenda
durante il suo periodo di amministrazione, si va
irresponsabilmente dicendo per la valle che si tratterebbe di
Domenico Iobizzi), che il sottoscritto è l'atavico e solitario
custode del Dominio del Masino, mai da umana esistenza
riconosciuto anche se spesso e da molti è stata avvertita la sua
presenza nelle selve e sulle rocce, e che solo la vetta di
impudenza raggiunta da questa storia lo ha potuto staccare dal
suo secolare silenzio. Del resto, a raccontare questa storia con
la dovuta obiettività, non poteva certo essere un suo
protagonista. Non vi pare? E poi, suvvia, passi per il maestro,
ma avete mai letto come scrive il buon Iobizzi? Cercate di non
ferire il mio, modesto sì, ma pur sempre riconosciuto e onorato,
talento di scrittore!
Bando alle ciance, dunque, ché le cose da raccontare sono ancora
tante. Eravamo arrivati, se non ricordo male, all'appello
proposto da Antonino Mesiano contro la sentenza
del Tribunale di Sondrio che respingeva le sue pretese
risarcitorie.
Ma, prima di vedere come andò a Milano, voglio fare un piccolo
passo indietro per riferirvi di un'altra delle tante decisioni
assunte dal Consiglio comunale sulla faccenda (alcune, le più
importanti, le abbiamo già viste) durante l'Amministrazione
Iobizzi. Con deliberazione n. 57 del 16/05/1989, infatti, viene
conferito l'incarico ad un legale «esperto di diritto
amministrativo», individuato all'unanimità dei presenti
nell'avv. Cristiano Romano, di esprimere un
parere «in merito alla validità del contratto di acquisto del
terreno sul quale è stato edificato l'immobile oggetto del
contendere». Nelle premesse dell'atto si relaziona che il passo
e lo stesso nominativo del consulente sarebbero stati suggeriti,
dall'avv. Piero Camanni (che, come abbiamo visto, subentrò nella
difesa del Comune), «prima di procedere ad eventuali richieste
di annullamento del contratto di acquisto». Il documento è
importante perché dimostra che il Comune, sotto la guida di Domenico
Iobizzi, non aveva abbandonato del tutto la strada della
reintegrazione de terreno nel civico demanio che gli era stata
indicata dalla Regione Lombardia. Peccato che, come successe per
l'istanza deliberata nel 1986, dell'esito di questo incarico non
se ne sia più saputo nulla, e non v'è traccia nell'iter
successivo del parere espresso dal consulente né di quanto esso
sia costato al Comune (il Consiglio aveva infatti assunto
soltanto un impegno di massima, di L. 1.2000.000 + IVA). Anche
qui, un'eventuale dilucidazione del Sindaco in carica o di
chiunque altro ne sia in grado potrebbe illuminare quest'angolo
in ombra della nostra storia.
Alle amministrative del 23 aprile 1995 risulta nuovamente eletto
Sindaco Mariano Cassina, che già abbiamo
incontrato nel vivo della nostra storia e che verrà poi
confermato nella carica di primo cittadino di Val Masino anche
alle successive elezioni del giugno 1999. Toccherà dunque ancora
una volta a lui - strani scherzi del destino - gestire la fase
più "redditizia" per Mesiano, che la giustizia riveste
dei panni del danneggiato.
Infatti, la Corte d'Appello di Milano (2ª Sez. Civile:
Presidente Generoso Petrella, Consiglieri Francesco
Serra e Calogera Todaro, estensore),
nell'udienza del 4 ottobre 1995 (sentenza n. 3437, depositata il
14/12/1995), si pronunzia, in parziale riforma della sentenza del
Tribunale di Sondrio, per «la responsabilità del Comune di
Valmasino in ordine al provvedimento sindacale emesso il
03/12/1975 di decadenza dalla licenza edilizia del 25/07/1973
rilasciata ad Antonino Mesiano e condanna il predetto Comune al
risarcimento dei danni subiti dall'appellante Mesiano, che
liquida in complessive lire 10.000.000, oltre gli interessi
legali ed alla rivalutazione monetaria secondo i coefficienti
Istat, a decorrere dal 03/12/1975 fino al saldo effettivo».
La cifra, fatti i debiti conti, ammonta all'incirca a L.
130.000.000, cui vanno ad aggiungersi le spese di lite sostenute
da Mesiano, in entrambi i gradi del giudizio, per un ammontare
complessivo di poco superiore a 15.000.000, per un totale che il
Comune è chiamato a rifondere a Mesiano di quasi 150 milioni! La
Corte dichiara invece «compensate interamente le spese di
lite fra l'appellante e Gino Songini».
Non pensiate, però, che sia finita qui
Mesiano propone
ricorso alla Suprema Corte di Cassazione e sia Songini che il
Comune presentano controricorso e ricorso incidentale, ai quali a
sua volta controricorre Mesiano. Ma di questo e di altro vi
dirò
nella prossima puntata.
el Gigiàt
[DIDASCALIA DELL'ILLUSTRAZIONE
(che viene omessa nella versione on line)]:
Val Masino. Località Sasso di Remenno (foto E. Petrelli, cartolina GMC © Grafiche Milan
Cards)
(da 'l Gazetin, LUGLIO 2000)
[4ª PUNTATA] [6ª PUNTATA]
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