Storia della villa "Sasso Remenno" |
VAL MASINO. LA VILLA "SASSO
REMENNO"
Mesiano chiede i danni
3ª puntata, nella quale
Cassina tira la zappa sui piedi di Songini
E,
infatti: credete che il nostro principale eroe, Antonino
Mesiano, si sia potuto accontentare di quanto,
incredibilmente, aveva già ottenuto? Se è così che la pensate,
vi dico subito che vi sbagliate di grosso! Sulla base di una
perizia di parte, redatta nell'ottobre 1984 dal geom. Giuseppe
Barlascini, che quantifica in 100 milioni i danni da lui
subiti per aver costruito con tutto quel ritardo, Mesiano intenta
una causa civile per il risarcimento nei confronti di Gino
Songini (sindaco pro-tempore responsabile del
decadimento della licenza nel dicembre 1975) in concorso con il
Comune.
L'Amministrazione comunale, e ricordiamo che è sempre Sindaco Mariano
Cassina (progettista e direttore dei lavori della villa)
e sempre Segretario Giuseppe Angelone (cognato
di Mesiano), questa volta, in giudizio, sì che si costituisce. E
sapete con quale tesi?
- Oh, diamine! Difendere gli interessi del Comune, respingendo le
assurde pretese di Mesiano che già così tanti
"favori" aveva ricevuto e che ora, come olio
sull'insalata, vorrebbe anche dei soldi!
Eh no, cari miei, vedete che anche qui vi sbagliate? E vi
sbagliate di grosso! La tesi che sostenne la difesa del Comune
(avv. Saverio Venosta), ovviamente direttamente
ispirata dai massimi responsabili che le avevano affidato il
mandato, fu quella di riconoscere a Mesiano spese e interessi e
di chiedere contestualmente al Tribunale di Sondrio il sequestro
cautelativo di tutti i beni mobili e immobili di G. Songini,
affinché su di essi il Comune potesse rivalersi.
- Ma è incredibile!
Incredibile, se non fosse realmente successo. Basta visionare gli
atti del fascicolo della causa civile n. 163/85 presso il
Tribunale di Sondrio per rendersene conto. E non c'è da
meravigliarsi troppo, cari miei, perché l'aurea, arcinota norma
che vuole la continuità istituzionale e cioè il considerare il
Comune come un soggetto con una sua personalità giuridica, a
prescindere dalle persone che via via ne reggono le sorti (salve,
ovviamente, le responsabilità personali per comportamenti
difformi alla legge), questa norma dicevo era già stata
contraddetta nei fatti. E inoltre un comportamento
"normale", e cioè che un Sindaco difenda il suo
Comune, avrebbe inevitabilmente evidenziato il comportamento non
propriamente ortodosso di Cassina che, a quelli del Comune, aveva
già anteposto gli interessi del suo cliente.
- Vuoi dire che il Sindaco Cassina non avrebbe potuto agire
diversamente?
No. Senza tirarsi la zappa sui piedi! Per questo, la zappa, ha
tentato di tirarla al suo predecessore
E infatti il suo
comportamento è stato, se così possiamo dire,
"coerente" fino all'ultimo: prima di andarsene, a
seguito del diverso esisto delle elezioni comunali del maggio
1985, trova il modo di firmare, nel mese di giugno,
l'abitabilità della villa "Sasso Remenno"... Dando
così l'ultimo "ritocco" - dopo il rogito, dopo la
licenza, dopo la sentenza del T.A.R., dopo la variante/sanatoria
- alla "legalità" dell'intera operazione.
- Ma come andò a finire la causa per il risarcimento?
Questo è proprio quello che ho intenzione di raccontarvi
nella prossima puntata. Anche perché, prima di arrivare alla
conclusione della causa (1992, per quanto riguarda il 1°
grado
perché il suo iter è tuttora in corso - Siamo in
Italia, ragazzi!), vi sono tutta una serie di cose da raccontare
e da vedere. Per ora siamo al 1985 e, come abbiamo visto, esce
momentaneamente di scena il Sindaco Cassina, lasciando la palla
al suo successore, Domenico Iobizzi, che sarà
un altro protagonista della nostra, incredibile ma vera,
storia
el Gigiàt
[DIDASCALIA DELL'ILLUSTRAZIONE
(che viene omessa nella versione on line)]:
Rilievo del CTU Andreoletti, perito
incaricato dal Tribunale di Sondrio
(da 'l Gazetin, MAGGIO 2000)
[2ª PUNTATA] [4ª PUNTATA]
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