Storia della villa "Sasso Remenno"

VAL MASINO. LA VILLA "SASSO REMENNO"
Il sindaco progettista e direttore dei lavori
Paladino non del Comune amministrato ma del cliente Antonino Mesiano
2ª puntata di un'incredibile ma vera storia, ricca di particolari e colpi di scena, raccontata dal selvatico custode del Dominio del Masino

Visto che in questo tiepido fine inverno, contrapposto al rigido inizio di primavera, nel mese abbondante di tempo trascorso dall'ultima volta che ci siamo visti, mi si è sbollita tutta l'arrabbiatura, possiamo riprendere con calma la nostra storia. Sempre sulla promessa e nell'intesa che mi lascerete raccontare a modo mio.
Devo intanto riferirvi che l'attuale Sindaco di Val Masino, Mariano Cassina, non ha accolto l'invito che da qui gli avevo pubblicamente rivolto di far pervenire al giornale copia del rogito di compravendita. Poco male, perché il documento mi è comunque giunto tra la mani per l'interessamento di qualche amico, desideroso che si faccia chiarezza in questa vicenda. Possiamo così subito precisare il prezzo della vendita, che fu di complessive 750.000 lire, in ragione di L. 500 al metro quadrato. Se la memoria non m'inganna il valore di mercato a quell'epoca andava già, per terreni di quel tipo, dalle 5.000 alle 8.000 lire a metro quadrato. Ma voi stessi potrete fare dei raffronti, tornando con la mente all'inizio degli anni '70 e ad analoghi acquisti di terreni direttamente realizzati o dei quali siete a conoscenza. Eventuali commenti al riguardo saranno senz'altro graditi dal giornale e dai lettori.
Oltre al punto del prezzo, il rogito ci offre altre utili informazioni. Intanto che il presidente dell'Amministrazione Beni frazionali Piessa era Giovanni Scetti (classe 1911), che infatti intervenne a sottoscrivere l'atto, a ciò autorizzato con delibera del Comitato di amministrazione n. 8 del 13 ottobre 1970. Il documento, poi, ci conferma che il terreno dovesse essere esclusivamente utilizzato per scopi edilizi entro due anni dall'acquisto. E che, come prosegue testualmente lo scritto: «In caso di inadempienza, il presente contratto si intenderà risolto di pieno diritto, salvo il rimborso del prezzo di acquisto, senza interessi di sorta e compensi per eventuali addizioni e migliorie».
Ma, per venirne a una, ché altrimenti la nostra storia non si muove di un passo e per non approfittare troppo della vostra pazienza, non è per caso che avevo voluto tirare in ballo l'attuale Sindaco, saggiandone l'interesse per questa storia. Dovete infatti sapere che il nostro, geometra come ben noto, è stato il progettista e direttore dei lavori della villa di Antonino Mesiano.
- Ah, ma questo è un colpo di scena!
Non c'è da meravigliarsi troppo, cari miei, perché il geom. Mariano Cassina succedette anche a G. Songini e fu dunque Sindaco per il quinquennio 1980-1985, periodo nel quale venne realizzata la costruzione e per il Comune si verificarono altre conseguenze che andremo a vedere una per una.
Facciamo però, intanto, un passo indietro e torniamo alla decadenza della licenza edilizia. Mesiano era ricorso al T.A.R., sostenendo di aver iniziato i lavori in data precedente. Chissà come, chissà perché, ma ricordiamo che Segretario comunale era sempre il "cognato" Giuseppe Angelone, l'Amministrazione comunale non si costituì in giudizio, inibendosi in tal modo opportunità e necessità di far valere le proprie ragioni. Occorrerebbe forse aprire una parentesi sui meccanismi di funzionamento della giustizia amministrativa, ma per non tediarvi troppo diamo per assodato, almeno, un suo non ottimale funzionamento (come, e ancor peggio, di tutta la giustizia italiana). La conclusione fu comunque che il Tribunale amministrativo, del tutto disinformato della realtà dei fatti, nel 1981 (più di cinque anni dopo!) annullò il provvedimento di decadenza della licenza.
La nuova Amministrazione, guidata come abbiamo visto dal geometra progettista e direttore dei lavori, non si sognò neppure di impugnare la sentenza del T.A.R. per far valere le ragioni della verità e della giustizia e, soprattutto, per difendere gli interessi del Comune. Si premurò, invece, di risarcire a tambur battente il cliente-cognato Mesiano delle spese sostenute nel ricorso. Così Antonino Mesiano poté finalmente e tranquillamente edificare la sua villa su un terreno che - stante la clausola del contratto di vendita - era a buon diritto e a tutti gli effetti tornato (se mai non lo fosse di già, come ci siamo chiesti la volta scorsa e come documenterà il prosieguo del racconto) di proprietà comunale.
- Oh, ma questo è incredibile!
È incredibile, certo, ma non è nemmeno tutto. Perché la costruzione avvenne anche in difformità con la vecchia licenza e più precisamente non nella posizione di progetto, e quindi di concessione, bensì in una posizione totalmente diversa, come risulterà inoppugnabilmente da una planimetria rilevata dal perito incaricato dal Tribunale (CTU Andreoletti) nella causa civile - cui arriveremo più avanti - intentata da Mesiano per ottenere il risarcimento dei danni (!!) che avrebbe subito per il ritardo con il quale aveva costruito. Difformità, questa, non di poco conto (è infatti sanzionata penalmente) e che Antonino Mesiano non si premurò nemmeno mai di sanare in sede di condono.
Ma torniamo per il momento alla costruzione della villa in modo da concludere, con la puntata, almeno questo capitolo. Siamo nel 1982 e il 27 luglio la Sezione Tecnica dell'A.N.A.S., a firma del capo Compartimento Ing. Mariano Del Papa, invia una raccomandata (Prot. n. 24604) al Comune di Val Masino (e per conoscenza a Prefettura e Pretura) con la quale, rilevando di aver accertato la ripresa dei lavori di costruzione del fabbricato in parola, iniziati in data 03/11/1973 e successivamente sospesi perché in contrasto con le norme dello strumento urbanistico all'epoca vigente, chiede di accertare e riferire se ne frattempo sia stato adottato un nuovo Piano di Fabbricazione o Piano Regolatore Generale e, se così non fosse, invita formalmente il Comune, in virtù dei poteri di intervento repressivo connessi con l'inosservanza della normativa a protezione delle strade, a emettere l'ordinanza di demolizione del fabbricato stesso. La decisa missiva si conclude con l'avvertenza che l'eventuale inerzia sarebbe stata segnalata al Ministero dei Lavori Pubblici, con richiesta dell'intervento sostitutivo della Prefettura per la riduzione in pristino stato.
L'impavida Amministrazione Cassina rispose all'intervento A.N.A.S. con l'approvazione di una variante, a tutto vantaggio di Antonino Mesiano, firmata dall'allora (e tuttora) vice Sindaco Giacomino Fiorelli che venne approvata nel dicembre 1982, quando la costruzione era già al tetto fin dall'estate.
Per le mirabili imprese dei nostri eroi… (pensavate fossero già esaurite?) ci risentiamo alla prossima puntata!

el Gigiàt

(da 'l Gazetin, APRILE 2000)

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