Storia della villa "Sasso Remenno" |
VAL MASINO. QUI "RADIO
LONDRA"
La villa "Sasso Remenno"
L'incredibile ma vera storia
di una costruzione sui "Beni Piessa", delle
circostanze, dei fatti e delle persone che la resero possibile e
delle ancor più incredibili conseguenze che ne derivarono e ne
deriveranno
Raccontata per filo e per segno, ricca di particolari e colpi di
scena, dal selvatico custode del Dominio del Masino
Che questo
simpatico Gazetin non abbia paura di affrontare nemmeno
i problemi più scottanti, le questioni spinose, quelle che tutti
sanno ma che nessuno vuol dire, è cosa risaputa. Mi dicono che
in taluni paesi di questa bigotta Valle, proprio per questo, vi
è, ancora nel 2000, chi ha timore a chiederne una copia in
edicola. Non vogliono farsi vedere che lo leggono, che sono
interessati! Così lo fanno di nascosto, come si faceva sotto la
guerra per ascoltare Radio Londra. Sbirciano la copia
del vicino di casa e, quando proprio non riescono a trattenersi
dalla curiosità, capita che lo sottraggano di soppiatto,
nell'androne buio del condominio, dalla cassetta della posta di
quello un po' strambo del piano di sopra. Dove potevo raccontare,
dunque, se non qui, la storia che vado a cominciare?
È una storia che ha già più di un quarto di secolo. Ma non è
ancora finita. È una storia complicata, sia perché tanti sono i
personaggi che vi compaiono, sia perché già se ne sono occupati
Tribunali e Corti (fino a quella Suprema), Notai e Prefetti,
Sindaci, Segretari comunali e intere Commissioni edilizie e così
via, sia, infine, perché per comprenderla bisogna risalire fino
ad antichi Statuti. Senza contare tutti i soldi che a proposito,
o magari anche a sproposito, sono girati. Ve la racconterò,
dunque, piano piano, a puntate come si direbbe oggi, man mano che
riuscirò a scriverla. Magari, se lo vorranno, con l'aiuto di
qualcuno dei protagonisti che, avendola vissuta, ne sanno molto,
ma molto più di quanto non ne possa sapere io che sono sì sempre
stato presente, ma sempre occupandomi più di selve che
di
civiltà.
La storia potremmo, almeno per il momento, farla cominciare nel
1973. Fu in quell'anno, infatti, che tal Antonino Mesiano
da Ardenno, di cui qui non ci interessa sapere altro, presentò
domanda di concessione edilizia per costruire un'edificazione nel
pianoro del Sasso Remenno.
- Che c'è di strano - direte voi - se uno ha un terreno e vuol
farsi la casa
Fermi, fermi: "Se uno ha un terreno
"; voi la fate
troppo facile! Quel terreno era suo? O non era, ed è, come c'è
chi sostiene ancor oggi, terreno demaniale? Cioè del Comune e
soggetto al controllo della Regione Lombardia? E poi, lasciatemi
raccontare, che per i commenti ci sarà tutto il tempo. Ve l'ho
detto subito che è una storia complicata!
Dovete sapere, e se mi lasciate dire ve lo racconto con più in
ordine, che in Val Masino vi sono svariati terreni comunali,
cioè gravati da usi civici, denominati "Beni
Piessa" e regolamentati da un preciso Statuto, la
cui origine si perde nella notte dei tempi (dico così per dire,
perché in realtà vedrete che la cosa è chiara come il sole).
Orbene, Antonino Mesiano compra proprio uno di questi
terreni
- Vedi, se l'ha comprato, adesso è suo!
E dagli! Se mi si interrompete ancora una volta, la pianto lì e
la storia ve la farete poi raccontare da qualcun altro! Allora,
stavo dicendo, è nell'agosto del 1971 che viene redatto, dal
segretario comunale Giuseppe Angelone, cognato
(perché fratello della moglie) del nostro Antonino, rogito di
compra-vendita del terreno in questione. Non è dato di sapere
per quale cifra, poiché non risulta vi sia la prescritta
deliberazione del Consiglio comunale che autorizzasse la vendita,
ma se l'attuale Sindaco fosse così cortese da far pervenire al
giornale copia del rogito potrò essere più preciso la prossima
volta. Sta di fatto che, forse perché un articolo dello Statuto
di cui vi stavo dicendo poc'anzi dispone che il terreno torni di
proprietà dei "Beni Piessa" se non vi si costruisce
entro due anni dalla compra-vendita, nel luglio 1973, quindi
proprio sul filo del rasoio dei due anni, viene rilasciata la
licenza edilizia.
- Va be', ma se c'è la licenza edilizia e c'è il titolo di
proprietà, allora è tutto regolare!
Anche se è zona agricola? Anche senza il parere della
"Forestale", prescritto dalla legge per i terreni
gravati da usi civici? Anche se non viene rispettata la distanza
da una strada statale (m 30) prevista da una legge del 1969 per
le costruzioni fuori dal perimetro del centro edificato?
Infatti, visto che "era tutto regolare" come dice quel
saputello lì, Gino Songini, che fu Sindaco di
Val Masino nel quinquennio 1975-1980, «con l'accordo unanime dei
componenti la Commissione edilizia» (così scrive lui stesso in
un esposto del 1987 a Sua Eccellenza il Prefetto di Sondrio), nel
dicembre 1975 notificò la decadenza della licenza edilizia ad
Antonino Mesiano, che proprio allora si accingeva alla
costruzione. La decisione era motivata dal fatto che, in
contrasto con la legge urbanistica e il regolamento edilizio, non
era ancora stato dato inizio ai lavori a distanza di oltre due
anni dal rilascio della licenza. Fu così che nei successivi
cinque anni in cui Songini fu Sindaco la villa non venne più
costruita.
Però adesso mi avete proprio stufato, con tutte queste
interruzioni. Se per il mese prossimo mi sarà passata
l'arrabbiatura e se mi prometterete di lasciarmi raccontare con
ordine le cose, riprenderò la storia da lì dove l'abbiamo
lasciata. Altrimenti arrangiatevi!
el Gigiàt
(da 'l Gazetin, FEBBRAIO-MARZO 2000)
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