caso Fallimento GIANONCELLI



INFORMAZIONE. LIBERTÀ INDISPENSABILE PER LA DIALETTICA DEMOCRATICA
Giornale “articolo 21”
I diritti, costituzionalmente garantiti, di cronaca, di critica e di satira
Stefano Latorre nella migliore tradizione della magistratura sondriese



di VANNA MOTTARELLI



Se qualcuno mi chiedesse di dare una definizione de ‘l Gazetin, mi verrebbe spontaneo dire: «È un giornale che garantisce il pluralismo dell’informazione».

Pluralismo dell’informazione. È un termine che va molto di moda. Lo abbiamo sentito ripetere fino alla nausea con il caso RAI, sempre nella bufera. Abbiamo ascoltato al riguardo gli appelli del Presidente della Repubblica Ciampi. Stiamo assistendo allo scontro quotidiano tra i due Poli sul ruolo del Presidente “di garanzia”.

L’informazione è molto importante. Il mondo ruota intorno all’informazione. Purtroppo, spesso, le notizie vengono date in modo fazioso, incompleto e non veritiero. I meccanismi perversi dell’informazione vengono definiti “guerra psicologica”. All’avversario si fa credere una cosa diversa dalla realtà, per demoralizzarlo o per tendergli una trappola. Ne abbiamo la prova con lo spettacolo indecoroso delle notizie contraddittorie sulla guerra e sul dopoguerra in Iraq.

L Gazetin fa informazione vera. Dà spazio a tutti e consente a tutti di dire la verità, senza veli né faziosità. Non finirò mai di ringraziare Enea per il coraggio dimostrato nella direzione di questo piccolo giornale. Non finirò mai di ringraziarlo per aver dato voce all’Associazione Insieme per la giustizia. Non finirò mai di ringraziarlo per l’aiuto morale che ha dato tramite il giornale alla famiglia Gianononcelli. Eppure, per avere il coraggio di garantire la verità ad ogni costo, il Direttore del giornale Enea Sansi è spesso sottoposto a dura prova. Non dimentichiamo che Enea, il 20 maggio subirà un processo per il caso di Traona. Gli amici gli saranno vicini, come vicini spero gli siano i lettori de ‘l Gazetin.

Ma non tutto, fortunatamente gira storto. La redazione, nello scorso mese, aveva dato la notizia dell’archiviazione del procedimento penale intentato dal dott. Marco Cottica nei confronti di Stefano Bertelli e miei per l’avvenuta pubblicazione in forma integrale, nel mese di aprile 2001, dell’appello intitolato «Basta persecuzioni nei confronti della famiglia Gianoncelli» rivolto congiuntamente da Insieme per la Giustizia, Osservatorio europeo sulla legalità e Italia dei valori al Presidente del Tribunale e al Procuratore della Repubblica. Parimenti aveva dato notizia dell’avvenuta archiviazione del procedimento penale, pure promosso da Marco Cottica, nei confronti di Enea Sansi, per l’articolo «I tacchini e i nostri 25 lettori», con il quale il Direttore del Gazetin commentava la vicenda della causa civile, promossa sempre da M. Cottica per quello e altri articoli sul caso Gianoncelli, pubblicati nel 2001/2002, e la citata vicenda di Traona.

Siamo rimasti favorevolmente impressionati dalle motivazioni contenute in entrambe le richieste di archiviazione, proposte al GIP dal PM, dott. Stefano Latorre, in quanto in essi è stato dato ampio risalto ai diritti costituzionali “di cronaca”, “di critica” e “di satira”. Un riconoscimento, questo, che è musica per un giornale e per un’associazione che hanno a cuore la giustizia, la verità, l’aiuto degli emarginati e dei soggetti più deboli e che cercano di creare attraverso la stampa i presupposti per una catena di solidarietà umana.

Onore al merito! Nulla di meglio che citare alcuni pezzi significativi di entrambi i provvedimenti di archiviazione…

«Il comportamento posto in essere dagli indagati (Stefano Bertelli e Vanna Mottarelli) non può integrare l’ipotesi di reato in epigrafe, ricorrendo la causa scriminante di cui all’art. 51 c.p. per aver esercitato il diritto, costituzionalmente garantito, di critica. Infatti, nel comunicato stampa, inviato per la pubblicazione a diversi organi di stampa e pubblicato sul giornale “Il Gazetin” del 22.04.2001, gli indagati si sono limitati (peraltro in veste di rappresentanti di un ente di fatto) a evidenziare quella che, secondo loro era una vicenda giudiziaria, particolarmente complessa, che meritava di essere portata all’attenzione della pubblica opinione come presunto episodio di “mala giustizia”. 

«…nel bilanciamento tra due beni costituzionalmente protetti, il diritto di critica di cui all’art. 21 cost. e quello alla dignità personale di cui agli art. 2 e 3 della stessa Carta costituzionale, si deve dare la prevalenza alla liberà di parola – senza la quale la dialettica democratica non potrebbe essere realizzata…

«…non sussiste il reato di diffamazione, bensì il legittimo esercizio del diritto di critica, qualora si  esprimano opinioni (non importa se giuste o meno) fornendone particolari chiavi di lettura, su fatti e comportamenti altrui, purché adeguati allo scopo, a condizione che si tratti  di fatti effettivamente occorsi e di cui siano socialmente rilevanti la diffusione e la valutazione.

«Nel caso in specie gli indagati non hanno usato alcuna espressione palesemente o velatamente lesiva dell’onore e della dignità del Cottica, ma si sono limitati ad esporre, pur con accesa “vis polemica” una serie di fatti (nemmeno tutti addebitati al dott. Cottica) esprimendo riserve sulla scelta del curatore dott. Cottica (definita “arbitraria” in quanto, a loro giudizio, contraria a una sentenza del Tribunale di Sondrio), nonché hanno definito la serie di vicissitudini, che hanno visto come protagonista la famiglia Gianoncelli, come “persecuzione”. Va del resto rilevato che il termine “persecuzioni”, come si evince dallo scritto sub iudice, non è diretto solo contro gli atti compiuti dal curatore dott. Cottica, ma anche contro le iniziative intraprese da altri soggetti (es. banche) e dunque, se un singolo atto non merita sicuramente l’appellativo di “persecutorio”, viceversa, una serie di azioni dirette nei confronti della medesima persona, possono, nella mente di tale soggetto, apparire, nel loro complesso, come “persecutori…

«…In ordine alla rilevanza della diffusione sociale dei fatti narrati, sicuramente, il porre all’attenzione della pubblica opinione quelle che, a parere di cittadini, sono le disfunzioni della pubblica amministrazione nello specifico del settore giudiziario, è fatto socialmente rilevante».

(dalla Richiesta di archiviazione 24/09/2002 del Pubblico Ministero, dott. Stefano Latorre, nel p.p. n. 1962/01 RGNR)

Nel procedimento promosso a carico di Enea Sansi, oltre al “diritto di critica” e al “diritto di cronaca” viene dato ampio spazio al “diritto di satira”.

«In ordine al diritto di “Satira”, …, la giurisprudenza ne ha riconosciuto l’esistenza, quale diritto distinto ed autonomo da quello di cronaca e di critica, ravvisando, in particolare, nella satira una espressione artistica e, come tale, non assoggetta[ta] agli schemi razionali della verifica critica ed ai consueti parametri di correttezza dell’espressione. …

«Nel caso di specie il Cottica lamenta la citazione da parte del Sansi di un brano di un libro, nel quale viene paragonato chi ricorre frequentemente all’uso della querela giudiziale al “tacchino” che gonfia le penne; appare evidente che il brano (tra l’altro integralmente riportato, virgolettato e senza cambiamenti), di per sé ed anche nel contesto in cui è inserito, non è gravemente offensivo della reputazione del Cottica, ma è solo un modo certamente “allegorico”, forse “farsesco”, ma non volgare, né gratuitamente offensivo, di evidenziare la non necessità di acuire quello che potrebbe essere un pacato scontro di idee (come si evince infatti, dalla chiosa finale della citazione, laddove di fa riferimento alla reazione che il querelato, sentitosi ferito nel suo diritto a manifestare il suo pensiero, potrebbe aver innescato un crescendo ed un inasprimento delle proprie critiche).

«L’articolo, pertanto, più che una critica, a ben leggere, sembra proprio un invito, seppur allegorico, a non inasprire i contrasti, pur esistenti, tra la redazione del giornale ed il Cottica, il cui operato, come curatore fallimentare e pertanto come pubblico ufficiale, è lecito che sia sottoposto al vaglio critico della pubblica opinione…».

(dalla Richiesta di archiviazione 25/10/2002 del Pubblico Ministero, dott. Stefano Latorre, nel p.p. n. 2292/01 RGNR)

Dopo queste belle parole, ogni commento risulterebbe una nota stonata.



(da 'l Gazetin, MAGGIO 2003)



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