caso Fallimento GIANONCELLI



CASO GIANONCELLI” - 1. UDIENZA DEI TESTI DELLA DIFESA

Lentamente si fa strada la verità dei fatti

Trovano conferma e puntuali riscontri, anche in sede processuale, tutte le vicende portate all’attenzione della pubblica opinione dal comitato “Insieme per la giustizia” e dal giornale



(Sondrio, Red.) Franco Gianoncelli ha presentato alla Corte d’Appello di Milano dichiarazione di ricusazione del dott. Pietro Paci, Presidente del collegio nel processo che lo vede imputato per reati fallimentari, avendo avuto detto Giudice un ruolo chiave in più cause civili inerenti il fallimento Gianoncelli e in vicende a esso collegate. In attesa della decisione della Corte d’Appello, il processo è proseguito in data 4 ottobre con l’escussione dei testi della difesa. Franco, munito di stampelle, reduce dall’ennesimo intervento chirurgico, si è presentato in aula a testa alta, con la dignità di sempre. Al suo fianco, amici e persone che hanno avuto modo di apprezzarlo durante questo duro calvario. È ritornata per l’occasione Roberta Landonio del gruppo di Varese. Non poteva mancare Enea Sansi, impareggiabile direttore de ‘l Gazetin.

Il contesto delle testimonianze ha messo a nudo le circostanze avverse che hanno determinato il fallimento ed ha evidenziato l’impegno di Franco e Peppino nel fornire indicazioni e/o suggerimenti agli organi della procedura nell’interesse dei creditori. È emerso che l’indebitamento bancario esisteva già a far tempo dal 1991/1992; che a seguito di incidente con il camion, occorso nel 1996, l’unico fornitore della Società Gianoncelli è stato Bordoni; che i conti correnti bancari sono stati chiusi sul finire del 1996 all’interno del fido concesso; che il primo pagamento Asl/SO, avvenuto dopo la chiusura dei conti bancari con assegno circolare di circa lire 22 milioni è stato introitato dall’allora Tesoriere, Banca Popolare di Sondrio a scomputo dei debiti della Società. È pure emerso che esisteva un forte sfasamento temporale tra il pagamento della merce al fornitore (in contanti o in tempi molto ravvicinati) e la riscossione dei crediti Asl/SO, costantemente in ritardo rispetto al termine contrattuale di 90 giorni; che il credito pignorato presso la stessa Asl dall’Azienda agricola Sterzi di Verona è stato pagato prima della scadenza; che il credito vantato da Alberto Miotti, il cui precetto e verbale di pignoramento sono stati allegati alle istanze di fallimento presentate da Bruno Gianoncelli e dalla Centrale Ortofrutticola, è stato regolarmente pagato nel periodo giugno/settembre 1997.

È stato dimostrato che, nel 1995, il collegio arbitrale chiamato a pronunciarsi su un eventuale recesso del socio Bruno, ha rinunciato a pronunciare il lodo, stante la promozione in contemporanea, da parte del medesimo, di causa civile, mai giunta a sentenza.

Il direttore della filiale di Sondrio dell’Istituto bancario SanPaolo Imi ha confermato di aver prelevato dal conto corrente di Patrizia, per consegnarla al fallimento, la somma di lire 10 milioni depositata da suo padre a seguito di riscossione dell’assegno circolare a egli intestato, somma versatagli dall’Inps e proveniente da crediti d’imposta del Mod. 730/2000 per la quale Franco è chiamato a rispondere del reato di “distrazione”.

Il direttore dell’INPS di Sondrio ha precisato che, a far tempo dal mese di novembre 2000, la pensione di Franco (e, fino alla sua morte, anche la pensione di Peppino) viene versata direttamente al curatore del fallimento, che la pensione di Bruno Gianoncelli rimane regolarmente nella disponibilità dell’interessato, che Franco (e fino alla morte anche Peppino) paga le tasse pure sulla parte di pensione che finisce nelle casse del fallimento. È stato altresì chiarito che Franco e Peppino, dopo il 2000, non hanno più ritenuto opportuno presentare il Mod. 730, con il quale avrebbero potuto recuperare imposte per spese mediche o per altre oneri, stante l’acquisizione “automatica” di tali recuperi di imposte da parte del fallimento.

Al termine dell’udienza, l’imputato, a mezzo del legale avv. Franca Alessio, ha presentato istanza finalizzata a risentire i testi Vanna Mottarelli, Paolo Longa, Massimo Del Bello e Gioacchino Fiorella, già escussi il 4 luglio scorso (cfr. ‘l Gazetin, settembre 2002). Il Tribunale si è riservato.

La prossima udienza, durante la quale verranno sentiti l’avv. Marco Gandini, teste chiave della difesa, assente giustificato, e l’imputato, è stata fissata al 31 gennaio 2003.



(da 'l Gazetin, NOVEMBRE 2002)



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