caso Fallimento GIANONCELLI



CASO GIANONCELLI”. UDIENZA DEI TESTI DELL’ACCUSA

Il Giudice amico
e i testi dalla memoria corta

Si è tenuta il 5 luglio scorso la prima udienza testimoniale, la prossima (testi difesa) il 4 ottobre

 

di VANNA MOTTARELLI*

 

Le vicende del fallimento Gianoncelli, attraverso l’Osservatorio europeo sulla legalità, stanno diventando un “caso nazionale”. Sono sempre più numerosi i gruppi di fuori provincia che dimostrano sensibilità e comprensione per Franco Gianoncelli, così duramente provato da una sorte avversa. Una prova tangibile di solidarietà umana l’ha dimostrata il gruppo di Varese, che ha delegato la signora Roberta Landonio ad assistere all’udienza dello scorso 5 luglio, durante la quale sono stati sentiti i testi del PM. Grazie di cuore, quindi, al gruppo di Varese e a Roberta, che ci leggono dalle pagine di questo giornale. Un caloroso ringraziamento va, ovviamente, al direttore de ‘l Gazetin, a Stefano Bertelli dell’Associazione Insieme per la giustizia e a tutti coloro che la mattina del 5 luglio erano presenti nell’aula del Tribunale per tributare a Franco tutta la loro amicizia e solidarietà.

Grande è stata sorpresa dei presenti, quantomeno di quelli informati sui fatti, nel constatare che la dott. Barbara Licitra, Presidente del collegio giudicante all’udienza filtro, era stata sostituita dal dott. Pietro Paci, che ha avuto un ruolo determinante nelle vicende giudiziarie del fallimento Gianoncelli. Il 5 giugno 1997, Franco e Peppino, rifiutando la proposta di Bruno (ritiro dell’istanza di fallimento a condizione che la vendita degli immobili venisse affidata “chiavi in mano” a un “plenipotenziario”) dissero al Giudice, Pietro Paci (Sì, proprio all’attuale Presidente del collegio giudicante!): «Se fallimento ci deve essere, che fallimento sia!» Ma il Giudice, rigettando la domanda di Bruno, decretò l’insussistenza dello stato di insolvenza della Società Gianoncelli. Una speranza di breve durata, in quanto il 3 dicembre 1997, pur con una situazione migliorata rispetto al mese di giugno, veniva dichiarato il fallimento della Società e dei soli soci Franco e Peppino. E ora Franco (e se non fosse deceduto anche Peppino), lo ricordiamo ai lettori, sta subendo un procedimento penale per non aver chiesto il fallimento della Società nel periodo 5 giugno 1997 / 31 dicembre 1997. Come è possibile che il dott. Paci possa giudicare sotto il profilo penale fatti per i quali, nel duplice ruolo di Giudice Istruttore e di Presidente del Tribunale Fallimentare, aveva assunto una posizione diametralmente opposta?

Il dott. Paci, peraltro, a suo tempo (a proposito della causa civile promossa dal dott. Marco Cottica in ordine agli articoli pubblicati su ‘l Gazetin), così ha motivato la propria astensione: «Da molti anni il sottoscritto, che inizialmente ha avuto occasione di conoscere ed incontrare il dottore commercialista Marco Cottica per motivi aventi esclusiva attinenza all’attività professionale del medesimo (= affidamento di consulenze tecniche su cause civili – collaborazioni per curatele fallimentari) ha instaurato e consolidato con il detto professionista  un cordiale rapporto di amicizia. Tale rapporto, per comune passione sportiva, ha reso consuetudinaria una frequentazione presso il “Tennis Club” di Sondrio, con cadenza settimanale, fra il sottoscritto, il dott. Cottica ed altri amici. Ritengo doveroso, nello spirito della norma che regola l’istituto dell’astensione, rendere evidente tale situazione che valuto quale grave ragione di convenienza, ai sensi dell’arti. 51 ult. comma c.p.c.»

L’Osservatorio europeo per la legalità lancia, come di consueto, un appello affinché vengano rigorosamente rispettate le norme di legge, ponendo i seguenti interrogativi: Il Giudice che si è trovato ad assumere decisioni in altro giudizio riguardante la medesima vicenda non ha forse l’obbligo di astenersi in base a quanto disposto dall’articolo 51 del Codice di Procedura Penale? E ancora. Se gravi ragioni di convenienza vi erano perché il dott. Paci decidesse di astenersi nella causa civile, non vi sono, a maggior ragione, gravi ragioni di convenienza per astenersi nella causa penale, dal momento che i capi di imputazione a carico di Franco traggono origine proprio dalle relazioni del curatore del fallimento, dott. Marco Cottica?

Ma veniamo all’udienza. Sono stata convocata come testimone da parte del PM. Conosco tutte le sfaccettature del “caso Gianoncelli”, dal 1993 a oggi. Sono al corrente di molti particolari, che si incastrano tra di loro come tasselli di un mosaico. Sono certa che la mia testimonianza, resa in misura globale, potrebbe scagionare Franco da tutti i reati a egli imputati. Il processo non può prescindere dalle vicende che la Società ha vissuto dal 1992, in quanto, proprio attraverso tali vicende è sfociato il fallimento e non, circoscrivendo, come vorrebbe il capo di imputazione il tutto a dopo il 5 giugno 1997. Parimenti, il processo non può prescindere da fatti accaduti successivamente, in quanto i reati fallimentari non sono fatti fine a se stessi, ma debbono essere analizzati avendo riguardo a un quadro d’insieme.

In sede di udienza filtro sono state espressamente ammesse tutte le testimonianze del caso, come risulta dalla lista testi e degli argomenti su cui avrebbero dovuto vertere le deposizioni. È stata altresì ammessa e prodotta tutta la documentazione atta a provare tali circostanze. Purtroppo la mia testimonianza è stata stroncata sul nascere, in quanto il Presidente del collegio mi ha interrotto dicendo che il Tribunale non aveva tempo da perdere per sentire tutte le vicende del fallimento Gianoncelli. E così non ho potuto spiegare che i debiti alla data del 3 dicembre 1997 erano diminuiti rispetto al 5 giugno 1997, che la totalità dei debiti ammessi al passivo era sorta nel periodo 1993/1996. Non ho potuto spiegare che la quasi totalità dei debiti ammessi al passivo della società è stata ammessa anche al passivo del socio Bruno Gianoncelli. Una domanda è d’obbligo. Per quale motivo Bruno è stato convocato come persona da esaminare, se ogni volta che si tocca quel tasto i fatti vengono giudicati “non pertinenti”?

Sono stata, altresì, interrotta dal Presidente del collegio allorché illustravo le vicende inerente i crediti d’imposta, passate attraverso un iter preliminare con il quale a Franco e a Peppino (ma non a Bruno) era stata tolta la pensione da parte del Giudice Delegato. Il dott. Paci mi ha interrotto con  commenti (rivolti all’avvocato Alessio) che suonavano, più o meno, così: “La faccenda delle pensioni non è materia del processo. Io non potrei interromperla. Lo faccia lei, Avvocato. Preferirei che fosse lei a condurre l’interrogatorio”. – Signor Giudice, ho preso un impegno con i cittadini che credono nella giustizia e questo impegno lo voglio portare avanti anche a costo di apparire intemperante e inopportuna. Le parlo, in questo momento, nella veste di attivista dell’Osservatorio europeo sulla legalità e di Italia dei Valori. Franco è imputato di reati che, se passati in giudicato senza poter provare la sua innocenza implicano una pena minima di tre anni e, quindi, mi corregga se sbaglio, ciò significa che Franco dovrebbe andare in carcere. Il tempo che serve per provare l’innocenza di un uomo non è mai tempo perso. C’è una cosa che vorrei chiederle:

Per quale motivo ai testi Gioacchino Fiorella delle Società La Bolognese e Ortobologna, Massimo Del Bello della Società Centrale Ortofrutticola e Paolo Longa della Società Longa, convocati tutti alle nove al pari degli altri testi, che avrebbero dovuto essere sentiti prima di me, è stato consentito di presentarsi alle 15:30 di pomeriggio, nonostante entro mezzogiorno tutti i restanti testi erano stati sentiti? E così, per sentire tali testi, l’avv. Alessio ha dovuto far ritorno a Lecco solo nel pomeriggio e Franco, anziano e ammalato, non ha potuto godersi il meritato riposo pomeridiano dopo ore di stress insopportabile. Non era meglio che in quelle tre ore, già che si dovevano “perdere”, per venire incontro alle esigenze dei suddetti testi fossero stati ascoltati fatti e particolari che avrebbero potuto contribuire a far cadere tutti i capi d’imputazione nei confronti di Franco?

Non possiamo sottacere ai lettori le testimonianze di Fiorella, Del Bello e Longa. Nessuno dei tre ricordava a quando risalivano i loro crediti nei confronti della Società Gianoncelli. E pensare che furono proprio la Longa e la Centrale Ortofrutticola a chiedere il fallimento della Società Gianoncelli. Ma vediamo, in sintesi, il contenuto della loro deposizione.

#      Interrogatorio di Gioacchino Fiorella (…)

PM – Ma per quanto è rimasto esposto lei azienda?

Fiorella – Guardi, non mi faccia dire una bugia, perché non... (E perché dovrebbe dire una bugia, sig. Fiorella? – nda)

Difesa – …questi sospesi di cui lei diceva in che periodo, che lei si ricordi?

Fiorella – Penso che siano più di 4 o 5 anni, 6, 4, 3, adesso non…

(Sig. Fiorella, eviti di fare sforzi di memoria. Consulti il partitario clienti che fa prima – nda)

#      Interrogatorio di Massimo Del Bello (…)

PM – Voi non avete avuto esposizioni?

Del Bello – Sì, abbiamo avuto esposizioni nell’ultimo periodo.

PM – Nell’ultimo periodo?

Del Bello – Sì.

PM – Che anno poteva essere?

Del Bello – Non mi ricordo

PM – ’97?

Del Bello – Non ricordo.

(Domanda) – Nell’ultimo periodo?

Del Bello – Dovrei leggere gli atti perché…

PM – Nell’ultimo periodo, prima della cessazione dell’attività?

Del Bello – Sì. Nell’ultimo periodo.

Avv. Alessio – …Sapeva che la società Gianoncelli era debitrice nei confronti di altre ditte?

Del Bello – Sì.

Avv. Alessio – ...Dalla verifica che lei ha fatto le risulta… Che cosa le è risultato da questa verifica sui creditori della Società Gianoncelli? Chi erano … Non si ricorda?

Del Bello – Adesso dopo tanti anni… Io so che doveva pagare altri...

(Sig. Del Bello, ha dimenticato che la Centrale Ortofrutticola chiese il fallimento della Gianoncelli in data 2 settembre 1997? Come può non ricordare che a supporto della istanza per la dichiarazione di fallimento la Centrale Ortofrutticola allegò il verbale di pignoramento 05/05/1997 relativo a un precetto emesso a favore dell’ex dipendente Alberto Miotti? È al corrente che, per una strana coincidenza, anche Bruno Gianoncelli produsse, già dal 5 giugno 1997 il precetto Miotti? A proposito: vuole sapere a quale periodo risalgono i suoi scoperti? Glielo dico io: dal 18/01/1996 al 16/05/1996. !!! – nda)

#      Interrogatorio di Paolo Longa (…)

PM – Ma quand’è che hanno incominciato a essere insolventi?

Longa – Due o tre mesi prima.

PM – Parliamo del 1997?

Longa – Sì.

PM – Gli ultimi mesi?

Longa – Sì.

PM – Le chiedeva delle dilazioni di pagamento?

Longa – Mai chiesto niente perché è sempre stato regolare. Alla fine si faceva un po’… ma abbiamo tutti però…

Avv. Alessio – …Io volevo sapere se… il Gianoncelli questo debito lo aveva fatto negli ultimi due mesi, cioè, voglio dire, nel 1997 in due mesi, oppure in un periodo più lungo di tempo aveva accumulato questo debito?

Longa – No, in due mesi, dai due ai tre mesi, dai due ai tre…?

(Signor Longa, non esageriamo!!! Dice che la Società, di regola, pagava ogni due mesi e mezzo e poi avrebbe accumulato i debiti negli ultimi due o tre mesi? Ma a chi vuole darla a bere? C’è un limite a tutto!!! Mettiamo le cose in chiaro. Dal mese di ottobre del 1996, l’unico fornitore della Società Gianoncelli è stato Bordoni. Vediamo alcune date che la riguardano: le fatture sono inerenti gli anni gli anni 1995 e 1996; il precetto è datato 27 maggio 1997, quindi prima del 05/06/1997. La Società Longa ha presentato istanza per dichiarazione di fallimento in data 9 ottobre 1997. E tutto si sarebbe consumato negli ultimi due o tre mesi? …Ma mi faccia il piacere ...mi faccia!, direbbe Totò. A proposito. Come può essersi scordato tutte queste informazioni, se in allegato alla sua deposizione al PM –fogli da 110 a 280 del dossier–, resa in data 26 settembre 2000, ha prodotto ben 170 fogli di documenti? – nda)

Le associazioni che rappresento e l’associazione gemella Insieme per la giustizia auspicano che i tre testi, mi si passi l’espressione, “con la memoria corta” vengano riascoltati, documenti alla mano, in quanto la verità non può essere sottaciuta. Franco, per ogni evenienza, ha prodotto copia del dossier della Procura, le schede mastro, lo stato passivo della Società, lo stato passivo di Bruno Gianoncelli (quasi identico a quello della Società) e tanti, tantissimi documenti che raccontano nei minimi particolari queste intricate e amare vicende che ci fanno soffrire.

Appuntamento dunque, per tutti, al 4 ottobre per assistere all’interrogatorio dei 15 testimoni della difesa. Vi aspettiamo sempre più numerosi!!!






*  Responsabile provinciale dell'Osservatorio europeo sulla legalità e del movimento politico Italia dei Valori.



(da 'l Gazetin, SETTEMBRE 2002)



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