caso Fallimento GIANONCELLI |
FALLIMENTOPOLI. IL CASO DEI FRATELLI GIANONCELLI DI
SONDRIO
Oh, che bell'affare!*
E
pazienza se ai creditori del fallimento non resteranno che
briciole
Appello al Presidente del Tribunale di Sondrio e invito a
non lasciar passare sotto silenzio l'ignobile prevaricazione nei
confronti della signora Lina Moretti
a cura del Comitato territoriale "INSIEME PER LA GIUSTIZIA"
Il Comitato territoriale Insieme
per la giustizia dell’Associazione nazionale Democrazia
e Legalità, si sta interessando alle vicende collegate al
fallimento della Società Gianoncelli Snc, di
Gianoncelli Franco, Peppino e Bruno (Questo giornale si è
già occupato del caso nell'edizione del dicembre 1998, con una
ricostruzione curata dal Direttore - Ndr),
le quali, pur riguardando una singola azienda e i suoi soci,
presentano sfaccettature comuni a molti altri fallimenti. Stiamo
predisponendo un articolato dossier, che verrà inoltrato alla
Corte Europea per i diritti dell’uomo e alle istituzioni
pubbliche che, direttamente o indirettamente, si occupano di
Giustizia. Del caso verrà interessato anche l’Osservatorio
europeo sulla Legalità fondato dal Senatore Antonio
Di Pietro, associazione federata con Democrazia e
Legalità.
È nostra intenzione pubblicare (a
puntate) gli aspetti più salienti delle predette vicende sul
Gazetin, ma lo faremo con le prossime edizioni, in quanto in
questo numero ci preme, vista l’urgenza, prendere posizioni in
difesa della signora Lina Moretti, persona di 90
anni compiuti, madre dei falliti, titolare del diritto di
usufrutto indiviso al cinquanta per cento sugli immobili, ad uso
commerciale, acquisiti al fallimento. L’usufruttuaria, come nei
suoi pieni poteri, avrebbe voluto locare gli immobili, assicurando a
sé e al fallimento una rendita mensile di circa lire tre
milioni. Il curatore, dott. Marco Cottica,
trincerandosi dietro pseudo-interessi del fallimento, ha posto il
veto assoluto. La signora Lina Moretti è stata costretta ad
adire le vie legali, per ottenere il risarcimento dei danni e per
individuare la porzione di ciascun immobile su cui poter esercitare,
in piena autonomia, fintanto che permane la comunione con il
fallimento, il proprio diritto di usufrutto. Il curatore, per tutta
risposta, ha chiesto la concentrazione dell’usufrutto su un
unico immobile (o porzione di immobile). La signora Moretti non può
essere privata dal diritto che lei stessa si è riservata in
sede di donazione ai figli della nuda proprietà. Il curatore,
che in base alla Legge fallimentare ha solo funzioni di
amministratore, non ha titolo per impedire l’esercizio del
diritto reale di usufrutto, né ha titolo per precludere
qualsiasi possibilità di trattativa tra la signora Moretti e i
futuri acquirenti degli immobili.
Il curatore, che dalla data del
fallimento (3 dicembre 1997) non aveva mosso un dito per vendere gli
immobili, nel mese di aprile 2000, in piena causa, prima ancora che
venisse esperito il tentativo obbligatorio di conciliazione, ha
chiesto l’autorizzazione alla vendita degli immobili al Giudice
delegato, dott. Fabrizio Fanfarillo. Il dott. M.
Cottica, per sua stessa ammissione, nell’istanza al giudice ha
precisato che gli immobili, stante la causa pendente, non sono
appetibili ma che si poteva tentare un primo
esperimento d’asta (il tentativo è costato
circa lire 210 milioni…). Il curatore, avrebbe dovuto
attendere il deposito della sentenza, prima di dar corso a
qualsivoglia esperimento d’asta. Diversamente dovrebbe
rinunciare alle sue pretese e consentire alla signora Lina Moretti di
esercitare il proprio diritto di usufrutto senza coercizioni di
sorta. Non si può avere la botte piena e la moglie
ubriaca!!!
Del resto, fino al deposito della predetta sentenza non
è dato modo di sapere quale immobile (o porzione di immobile)
venga venduto in regime di piena proprietà e quale in regime
di nuda proprietà. Il primo esperimento d’asta, o meglio
il primo tentativo, come prevedibile, è andato
deserto. Il curatore, incurante dell’evolversi della causa (c’è
un’udienza l’11 di ottobre), in data 12 ottobre 2000
tenterà un secondo esperimento, che vede, in un colpo
solo, un deprezzamento degli immobili di circa lire 210 milioni. E
così, di tentativo in tentativo, gli acquirenti degli
immobili faranno un affare, mentre ai creditori del fallimento non
resteranno che poche briciole.
L’attività commerciale
è stata smantellata, le famiglie dei falliti sono state
ridotte sul lastrico, i dipendenti hanno perso il posto di lavoro,
gli immobili vengono svenduti, le spese di procedura e i danni sono
alle stelle. A chi giova tutto questo? Dov’è l’interesse
del fallimento? Perché mai a farne le spese dovrebbe essere la
signora Moretti, che non ha nulla a che fare con il fallimento? Per
poter affrontare serenamente il futuro, ella ha bisogno di percepire
ora la rendita mensile derivante dall’esercizio del suo diritto
di usufrutto, per il quale, peraltro, è costretta a spendere
oltre la metà della sua misera pensione (L. 800.000) per
pagare le tasse (ICI, IRPEF e altri balzelli) sugli immobili posti in
vendita.
Il Comitato territoriale Insieme per la Giustizia
dice basta alle prevaricazioni nei confronti di una persona di
novanta anni e lancia un appello al Presidente del Tribunale, dott.
Francesco Saverio Cerracchio, affinché
disponga la sospensione dell’esperimento d’asta, fino al
momento in cui la sentenza inerente la causa in corso verrà
depositata. Nel contempo gli immobili potrebbero essere concessi in
locazione, consentendo sia alla signora Lina che al fallimento di
percepire i relativi canoni. Si invitano coloro che hanno a cuore i
problemi della giustizia a inviare al numero di fax
0342–512989 messaggi di solidarietà a favore
della signora Lina Moretti, i quali verranno diffusi a mezzo stampa e
su Internet e inoltrati al Ministro di Grazia e Giustizia, al
Presidente della Repubblica, alla Commissione europea per i diritti
dell’uomo affinché ciascuno, per quanto di propria
competenza, adotti gli opportuni provvedimenti.
[DIDASCALIA DELL'ILLUSTRAZIONE (che viene omessa nella
versione on line)]:
Il Presidente del
Tribunale di Sondrio, Francesco Saverio Cerracchio, con altre
autorità, in occasione della conferenza del Procuratore
nazionale antimafia, Piero Luigi Vigna. Sondrio, sala BPS, 7 novembre
1998
(da 'l Gazetin, SETTEMBRE 2000)
* Questo articolo, unitamente ad altri quattro contenuti nel presente medesimo dossier “Fallimento Gianoncelli”, è stato giudicato diffamatorio nei confronti del dott. Marco Cottica con sentenza della Corte d'Appello di Milano n. 2513/08 del 25 giugno 2008, passata in giudicato (Suprema Corte di Cassazione, sentenza n. 12594/11, depositata 14/06/2011).
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