caso BORINELLI/BPS

PONTE IN VALTELLINA. "DEMOCRAZIA E LEGALITÀ" DENUNCIA UN ALTRO CASO

Bps/Borinelli. "Giustizia fai da te"?!

Il Tesoriere comunale incassa in proprio, senza andare tanto per il sottile, una somma destinata a un suo debitore

La scorsa primavera (cfr. 'l Gazetin, aprile 2001) avevamo denunciato il caso di "giustizia fai da te" perpetrato dalla filiale di Sondrio dell'Istituto bancario SanPaolo IMI ai danni di Patrizia Gianoncelli. La vicenda aveva suscitato parecchio scalpore, tanto che molte persone avevano rivalutato i tanto criticati metodi dei nostri avi di mettere i soldi "sotto il materasso" oppure "nel barattolo dello zucchero", "nel fustino del detersivo", "tra la biancheria sporca", ecc. In questo numero de 'l Gazetin portiamo all'attenzione dell'opinione pubblica un fatto che, nell'epilogo, è analogo a quello di Patrizia Gianoncelli, ma che, nel suo insieme, è molto più sofisticato.

Protagonisti della intricata vicenda

ü      Comune di Ponte in Valtellina, committente di lavori di manutenzione del territorio boschivo, assistiti da contributo della Comunità Economica Europea;

ü      Giovanni Borinelli, imprenditore agricolo che ha effettuato i predetti lavori;

ü      Banca Popolare di Sondrio, Tesoriere del Comune di Ponte in Valtellina (soggetto incaricato, in virtù di specifico contratto, di effettuare pagamenti e riscossioni in nome e per conto del Comune).

Oggetto del contendere

Mandato di pagamento numero 1039 del 30 giugno 2000 di lire 128.638.000 (ordine del Comune al proprio tesoriere di pagare la somma a favore del beneficiario).

Fatti

Giovanni Borinelli, che da oltre un anno, senza aver preso manco una lira, stava eseguendo i lavori oggetto dell'appalto, tirò un sospiro di sollievo quando il Comune di Ponte in Valtellina lo informò di aver emesso a suo favore, in data 30 giugno 2000, il mandato di pagamento 1039 dell'importo di lire 128.638.000. La somma rappresentava una boccata di ossigeno per il nostro appaltatore, il quale aveva assoluta necessità di fondi per poter proseguire i lavori. Senza contare che una persona lavora soprattutto per guadagnare il pane quotidiano. Il Tesoriere, senza apparente plausibile motivo, non provvedeva all'estinzione del mandato entro il termine prescritto dal contratto di Tesoreria (4 luglio2000).

Giovanni si recò presso la filiale di Ponte in Valtellina della Banca Popolare di Sondrio, per più giorni consecutivi, per sollecitare il pagamento. Ma invano. I funzionari fornivano risposte evasive. La vera spiegazione giunse, come una doccia fredda, il 13 luglio 2000, allorché vennero notificati a Giovanni Borinelli atti giudiziari con cui la Banca Popolare di Sondrio aveva pignorato i crediti che egli vantava presso il Comune. In altri termini, il Tesoriere (Banca Popolare di Sondrio), venuto a conoscenza nell'ambito dell'espletamento di pubblico servizio, che a favore di Giovanni Borinelli, suo debitore, il Comune di Ponte in Valtellina aveva emesso un titolo che lo legittimava a incassare un importo di lire 128.638.000, ha "disatteso" l'ordine contrattuale di pagare il mandato e si è dato da fare per ottenere l'assegnazione di tale somma a proprio favore.

Con l'emissione del mandato di pagamento, tuttavia, il Comune di Ponte in Valtellina aveva estinto qualsiasi obbligazione nei confronti di Giovanni Borinelli, già a far tempo dal 30 giugno 2000 e pertanto, a prescindere dall'assegnazione del credito, il pignoramento non avrebbe potuto trovare concreta esecuzione. Al contrario, il mandato di pagamento non poteva che essere pagato al beneficiario. Diversamente avrebbe dovuto essere annullato e riemesso con l'indicazione del soggetto tenuto a rilasciare quietanza in luogo del creditore (l'ordinamento contabile degli enti locali è molto chiaro al riguardo).

Il Tesoriere non andò tanto per il sottile. Prelevò la somma di L. 128.638.000 dal conto corrente del Comune di Ponte in Valtellina e la consegnò alla Banca Popolare di Sondrio, accompagnandola con un documento denominato "distinta di accompagnamento beni viaggianti" (??? denaro in bussolotto? !!!).

Chi ha quietanzato il mandato? Giovanni non voleva credere ai suoi occhi quando vide che la quietanza a egli intestata non recava alcuna sottoscrizione (!!!). I Tesorieri che non estinguono i mandati di pagamento nei termini contrattuali rispondono, per legge, con tutto il proprio patrimonio nei confronti dei terzi e nei confronti dell'Ente. La Banca Popolare di Sondrio avrebbe dovuto tenere distinti il proprio ruolo di Tesoriere, per il quale vige l'obbligo dell'adempimento contrattuale e del segreto d'ufficio, da quello di soggetto interessato. È proprio il caso di dire: "non sappia la mano destra quello che fa la mano sinistra".

Il Comune di Ponte in Valtellina non ha mosso un dito per mettere il Tesoriere di fronte alle proprie responsabilità. A nulla sono valsi gli appelli di Giovanni Borinelli, così come a nulla è valsa la richiesta del consigliere comunale Linda Del Giovannino di disconoscere, in sede di approvazione del conto consuntivo 2000, la legittimità del pagamento.

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La nostra Associazione prende posizione a favore di Giovanni Borinelli, al quale darà tutto l'appoggio necessario affinché possa al più presto ottenere il risarcimento del danno subito. Il caso è ora all'attenzione della Procura della Repubblica di Sondrio e all'esame della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per gli enti locali, ai quali, lanciamo un accorato appello in nome della giustizia.

Associazione Democrazia e Legalità
Comitato territoriale Insieme per la giustizia - Sondrio

(da 'l Gazetin, AGOSTO 2001)

[2ª PUNTATA]


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