Lettere al Direttore
Lettera aperta al Presidente della Provincia di Sondrio
Senatore Provera: il treno!
Pietoso e vergognoso lo stato del servizio ferroviario
L’Amministrazione provinciale si faccia promotrice di una ferma, quanto necessaria, azione nei confronti della Società erogatrice
Anche se già pubblicata dalla stampa quotidiana (Il Giorno le ha dedicato la prima pagina dell’edizione Sondrio-Valtellina del 22 ottobre), riteniamo utile riportare la “lettera aperta” che perfettamente descrive il disastroso stato della linea ferroviaria Tirano-Sondrio-Milano. La questione è di primaria importanza, almeno pari a quella della strada, per la nostra provincia. Ci auguriamo di poter pubblicare, già dal mese prossimo, gli impegni che l’Amministrazione provinciale vorrà assumere o ancor meglio riferire delle prime azioni intraprese.
Gentile Sen. Provera,
Le scrivo per informarla su un problema che temo lei ignori e che, invece, credo riguardi una cospicua frazione della popolazione che lei rappresenta. Si tratta del servizio ferroviario della linea Tirano-Sondrio-Milano.
Essendo residente a Sondrio e lavorando a Milano, da ormai più di quindici anni nei fine settimana percorro il tratto Milano-Sondrio-Milano. Per scelta, lo percorro quasi sempre in treno. Tuttavia, la mia pazienza (come quella di molti altri che mi seguono in questa “avventura”) continua ad essere messa a dura prova. Per renderla partecipe della situazione, mi permetto di raccontarle la mia esperienza delle ultime quattro domeniche.
1) La sera di domenica 26 settembre ho preso, come solito, il treno delle 20:24 da Sondrio a Milano. Con grande stupore ho visto arrivare uno scalcinato treno “storico”; a parte l’iniziale fascino per la novità, quando siamo entrati (io e gli altri passeggeri che rapidamente hanno riempito le pochissime carrozze) ci siamo accorti che lo spazio per i bagagli era esiguo, che i sedili erano piccoli e che lo schienale arrivava solo a metà schiena (peccato che non fossero in legno, perché così Trenitalia ci avrebbe dato davvero l’opportunità di evocare i viaggi giovanili dei nostri nonni). Nonostante la nostalgia per il passato, non sono riuscito a trovare gradevole il viaggio di due ore con le gambe praticamente bloccate e l’impossibilità di appoggiare spalle e testa (le rammento che era tarda sera).
2) La domenica successiva, il 3 ottobre, sono andato in stazione per acquistare il biglietto (naturalmente la mattina, perché quando parte il treno delle 20:24 la biglietteria della stazione di Sondrio è chiusa, non ci sono distributori automatici di biglietti e sul treno viene multato chi non ha il biglietto). Allo sportello della stazione mi hanno comunicato che per tutto il giorno ci sarebbe stato il trasbordo tra Colico e Lecco (evento non certo eccezionale...). Memore del viaggio della domenica precedente, ho deciso di andare a Milano in automobile. Alle 21:00 sono arrivato all’ingresso della superstrada a Colico e (sorpresa!) il tabellone annunciava la chiusura della stessa e l’obbligo di percorrere la “strada del lago”. Nemmeno 200 m dopo ero fermo in coda. Ho chiamato la Polizia Stradale di Sondrio per sapere quale era la situazione, ma non sono stati in grado di fornire alcuna chiara notizia sullo stato della S.S. 36. Dopo una buona mezzora sono arrivato allo svincolo di Piona e, visto che anche questo era chiuso, ho proseguito lungo la strada del lago. A questo punto non mi sono azzardato nemmeno ad “arrampicarmi” fino allo svincolo di Bellano (con il rischio che fosse chiuso anche quello) e ho proseguito, molto lentamente, fino ad Abbadia Lariana dove, con mio stupore, ho visto le automobili “sfrecciare” lungo la superstrada. Sia pure provato, alla fine sono arrivato a Milano, tutto sommato felice di non essere stato tra quei poveretti che si sono fatti il trasbordo da Colico a Lecco sui pullman bloccati nel traffico. Mi è rimasto, peraltro, il desiderio di conoscere i motivi per i quali la Polizia Stradale non sia stata in grado di informarmi sulla causa dell’interruzione e soprattutto del fatto che la superstrada sarebbe stata riaperta dopo pochi minuti (come hanno riportato gli organi di informazione il giorno successivo).
3) Domenica 10 ottobre, per lavoro, sono dovuto andare a Zurigo e, pensando di evitare la via crucis del viaggio Sondrio-Milano, ho deciso di percorrere il tragitto Sondrio-Tirano-Saint Moritz-Coira-Zurigo (che in più presenta il fascino della Ferrovia Retica). Ebbene, alle 7:50 ero in stazione a Sondrio, con largo anticipo sull’orario di partenza del treno per Tirano. Solo alle 8:11, un minuto prima della partenza prevista alle 8:12, l’altoparlante della stazione annunciava, con la sua voce metallica e professionale, che “il treno da Milano per Tirano ha 15 minuti di ritardo”. Mi sono chiesto come mai, visto che il ritardo è di 15 minuti, l’avviso è stato dato solo all’ultimo minuto (letteralmente!). Ho preferito, comunque, non indugiare e sono corso in biglietteria, dove ho chiesto se questo ritardo poteva compromettere la coincidenza con il treno per Saint Moritz. La signora allo sportello è stata estremamente gentile, ma purtroppo non mi ha potuto fornire informazioni attendibili. Ha prima chiesto al capo stazione quale sarebbe stato l’effettivo ritardo, ma nemmeno lui è stato in grado di quantificarlo. Ha quindi chiamato la stazione delle Ferrovie Retiche per chiedere se loro avessero comunque atteso il treno da Milano, ma loro, ovviamente, senza che il ritardo fosse quantificato, non hanno potuto garantire nulla. A questo punto erano le 8:20 e il treno da Tirano partiva alle 8:50. Ho quindi deciso di prendere la macchina che avevo, per fortuna, vicina alla stazione e mi sono “precipitato” a Tirano dove, trafelato, ho preso finalmente il trenino del Bernina (ho poi, ovviamente, dovuto chiedere ai miei famigliari di andare a Tirano a riprendere la mia automobile). Per completare la cronaca, da lì in poi, in territorio svizzero, nonostante le molte coincidenze con tempi ristrettissimi, il viaggio è stato impeccabile.
4) Domenica 17 ottobre sono tornato al solito treno delle 20:24 da Sondrio a Milano. Ebbene si è ripresentato lo scalcinato treno “storico” che avevo già sperimentato il 26 settembre. Ma non è finita qui; come ovviamente deve essere per un treno che evoca i tempi antichi, il riscaldamento non funzionava. Le assicuro che faceva freddo e che il viaggio non è stato per nulla piacevole (anche se, grazie alle persone stipate al suo interno, man mano che ci si avvicinava a Milano si è potuto “godere” di un certo tepore). Le ricordo che il 17 ottobre c’è stata la fiera del Bitto e a Morbegno sono saliti anche alcuni (per fortuna pochi) turisti. Per concludere il resoconto, spero di non essere troppo puntiglioso informandola che il treno è arrivato a Milano alle 22:37 invece delle 22:30 (so benissimo che “solo” 7 minuti di ritardo sono addirittura percepiti come un fatto positivo dai viaggiatori, abituati a ben altro; dopo tutto cosa vuole che siano 7 minuti in più su un treno alla temperatura di un frigorifero, quando uno deve comunque già starci 126 minuti, se parte da Sondrio, o 152 minuti, se parte da Tirano?).
Caro Presidente, non pretendo di sostenere che gli episodi che le ho raccontato siano sufficienti per una analisi statistica, ma le assicuro che questi sono solo alcuni esempi di ciò che accade a chi viaggia sui treni della provincia di Sondrio. Tra questi ci sono anche molti turisti che, generosamente, decidono di non ingorgare ulteriormente le strade statali 36 e 38.
Non pensa che i fatti che le ho raccontato li possano scoraggiare? Non ritiene, inoltre, che questi possano scoraggiare anche gli “emigranti” che, come me, sia pur costretti da tante circostanze a lavorare altrove, non vogliono abbandonare la loro terra (e, naturalmente, continuano a pagare le tasse nel territorio che lei governa)? Non crede che lo sviluppo della provincia di Sondrio (intesa come territorio) dovrebbe prevedere, oltre alla nuova statale 38, anche un sistema ferroviario efficiente? Non pensa che, oltre al giustissimo sconto sui biglietti agli studenti, la Provincia di Sondrio (intesa come ente) dovrebbe anche impegnarsi su tutti i fronti possibili per esigere che Trenitalia fornisca un “servizio” diverso da quello che le ho descritto?
Sono convinto che molti residenti nella nostra Provincia, oltre che molti turisti, sarebbero lieti di conoscere la sua opinione al riguardo. Personalmente sarei lieto, più che di ricevere una risposta a questa lettera, di vedere presto i frutti concreti di un suo interessamento.
Un cordialissimo saluto
Luca Bertolini
Milano, 20 ottobre 2004
NOTA – Oltre che all’interlocutore principale, la lettera è stata inviata per conoscenza anche ai Sindaci dei Comuni, ai Presidenti delle Comunità montane e agli organi di informazione della provincia di Sondrio, nonché alla Direzione generale di Trenitalia. Luca Bertolini ci informa che ha ricevuto una cortese risposta dal Sen. Provera, nella quale manifesta interesse per il problema sollevato e promette di impegnarsi su questo fronte. Ci auguriamo che il Presidente della Provincia voglia rendere pubblico questo suo impegno e, in tal caso, mettiamo fin d’ora a disposizione il nostro giornale fin dalla prossima edizione di dicembre. Lo stesso vale, ovviamente, per eventuali commenti o segnali di interessamento da parte di chicchessia.
(da 'l Gazetin, NOVEMBRE 2004)
vedi la risposta del Sen. Provera
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