FALLIMENTOPOLI. CASO CODAZZI
"Sono stato fatto fallire
coi miei stessi soldi"
Distrutta una vita di lavoro nel
breve volger di tre mesi
E da 14 anni, il "fallito senza debiti" cerca
inutilmente una strada per ottenere giustizia
di LUCIANO CODAZZI
Dopo essere stato "sbattuto
in strada" ('l Gazetin, novembre
1996), grazie al cielo sono stato ospitato da mia madre, la
quale, benché risentisse moltissimo per quella situazione, mi
mette a disposizione tutto il suo sostegno, incoraggiandomi e
offrendosi anche di aiutarmi materialmente. Tutto quello che ho
fatto in quel periodo, però, sono riuscito a farlo sempre e solo
con le mie risorse. Nemmeno mi sono permesso (benché a quel
tempo, malgrado il rapporto in difficoltà, non esistesse ancora
alcuna separazione e fossimo in situazione di comunione dei beni)
di coinvolgere in alcun modo la mia ex moglie, Maria BERTINI, con
possibilità e disponibilità personali ben diverse dalle mie.
Come già vi dissi l'ultima volta, nella causa
del lavoro con la Colombo Spa ero assistito dall'Avv. Polini.
Dopo quel che successe il 27 gennaio 1983, con la dichiarazione
del mio fallimento senza che io ne sapessi nulla o avessi avuto
la possibilità di intervenire in alcun modo, mi rivolsi all'Avv.
Marino LIBERA che incaricai di assistermi nel fallimento. Per
l'inventario, questi mi suggerisce di dichiarare il minor valore
possibile perché, in tal modo, avrebbe potuto presentare istanza
di controvalore da versare in liquido, cosa che mi avrebbe poi
consentito di essere libero di continuare la mia attività.
Acconsentii fiducioso a questa proposta e, quando nell'ufficio
del Dr Cottica si fecero le valutazioni, io fui disponibile alla
cifra; il curatore rispose però che era una procedura che non si
poteva fare e fu così che tutta la merce (altamente deperibile,
come vi ho spiegato) finì col marcire.
Pagato il debito Colombo Spa e relative
competenze all'Avv. Sassella, nessun fornitore o altro creditore
aveva presentato insinuazioni al passivo se non "uffici
statali". Furono infatti due le insinuazioni, una
dell'Amministrazione Finanziaria dello Stato (Direttore reggente
Ufficio I.V.A., E. BELLANCA) e l'altra dell'Esattore delle
Imposte Dirette del Comune di Sondrio (Banca Piccolo Credito
Valtellinese), che si decise poi di saldare entrambe. Visto che
il Codazzi è sempre pronto soltanto per pagare, mentre tutta la
sua roba sta marcendo, è il caso di soffermarci un attimo su
questi "crediti erariali" insinuati nel mio fallimento.
Per quanto riguarda l'IVA, per una somma complessiva di L.
753.000 derivante da avvisi di rettifica, interessi e diritti, si
era in attesa delle decisioni delle Commissioni Tributarie (come
si legge del resto nella stessa istanza presentata dal Direttore
dell'Ufficio); almeno in parte io ritenevo fosse già stata
saldata dal mio "commercialista" come vi ho già
raccontato e, infine, la mia azienda, al 31.12.1982, risultava in
credito per L. 1.034.000. Per quanto riguarda l'Esattoria II.DD.,
che vantava una somma complessiva di circa 8 milioni e mezzo,
l'importo maggiore (IRPEF, anni 1976/1977/1978/1979 per L.
6.693.400 e ILOR, anno 1976/1977/1978 per L. 1.095.280) poteva
essere sgravata in quanto in quell'anno c'era un condono. «Noi
aspettiamo che il Curatore presenti la domanda di condono - mi
dissero infatti le impiegate dell'Ufficio, signore MONGUZZI e
SCHIANTARELLI, dove andai ad informarmi - e l'importo verrà
ridotto del 50%». Il resto della cifra era prodotto da
indennità di mora (L. 484.394) e da altri importi riferiti a
tributi per rifiuti solidi urbani e, precisamente, L. 47.456 per
l'anno 1982 (ruolo suppletivo dicembre 1982) e L. 237.132 per
l'anno 1983 (nonostante io fossi fuori casa dall'inizio di
febbraio). A questo proposito, voglio accennare (perché il caso
è sempre aperto e magari avremo modo di parlarne più
diffusamente in seguito) che avevo in corso, assistito dall'Avv.
Polini, una causa contro il Comune di Sondrio (Sindaco
pro-tempore, Alberto FRIZZIERO) per risarcimento di danni subiti
dall'interruzione nella fornitura di energia elettrica
(dipendente dalla contestazione di una bolletta nella quale era
stato fatto un doppio conteggio di consumo).
La conclusione è che, mentre tutto mi si nega
(a partire da ogni fonte di guadagno) e tutto va in malora, in
pratica vengo fatto fallire... con i miei soldi! Eh sì, perché,
oltre a quanto già riferito, devo pagare la stessa procedura del
fallimento: le spese anticipate dalla curatela, i compensi per
perizie e stesura inventario e quant'altro relativo e
conseguente.
Sta di fatto che all'udienza per la
verificazione dello stato passivo (21/04/83) non si presenta
alcuno dei creditori insinuati e pertanto il 28 aprile 1983
il Tribunale, nelle stesse persone dei magistrati che avevano
pronunciato la sentenza dichiarativa tre mesi prima e su istanza
del Curatore, decreta la chiusura del fallimento. Una
ventina di giorni prima soltanto, lo stesso Tribunale aveva
emesso e notificato al Comune di Sondrio la "comunicazione
di perdita del diritto elettorale" (!).
Nel volger di tre mesi è stata così distrutta
un'attività costruita in quarant'anni di lavoro e di sacrifici!
E tutto questo per cosa? Per il piccolo credito vantato da un
fornitore, a sua volta in debito con me di una cifra maggiore e
senza che io abbia avuto la possibilità di saldarlo,
eventualmente dinanzi ai giudici? A voi sembra possibile sia
questa la giustizia? Chi, come e quando risponderà di tutto
questo?
Dopo la chiusura e la restituzione dei beni,
l'Avv. Libera aveva promesso che avrebbe presentato richiesta per
il risarcimento dei danni subiti, ma in realtà, a tale
intendimento, non è più seguita alcuna azione... (Ma questo lo
vedremo e approfondiremo nelle prossime puntate).
[DIDASCALIA DELLE ILLUSTRAZIONI:]
I furgoni della ditta Codazzi nell'atrio adibito a
carico e scarico merci dove vennero fatti lasciare il 2 febbraio
1983 e, a lato, l'accesso alla cantina dove vennero apposti i
sigilli, come all'accesso principale, dopo il fallimento.
Dei nominativi cui il giornale viene inviato su commissione di Luciano Codazzi, che sono stati resi noti nelle precedenti puntate dei suoi racconti, hanno sottoscritto l'abbonamento i Sigg. Ottavio Scaramellini, sindaco di Valdisotto, e Davide Dei Cas, avvocato di Bormio. Codazzi ci ha pertanto dato mandato di inviare il Gazetin, da questa edizione, ad altri due indirizzi: Sig.a Tomasina Taddei di Corteno Golgi e Radio Voce Camuna di Breno. Ciò si rende noto per opportuna conoscenza di tutti gli interessati che seguono la vicenda.
(da 'l Gazetin, GENNAIO 1997)
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