CASO CODAZZI:
IL GIALLO DEL FURGONE - QUINTA PUNTATA
Oltre il
danno, la beffa "MoiolaCar"
L'archiviazione
chiesta dal dott. Avella mentre istruiva l'accusa per ubriachezza che
avrebbe scagionato l'Arma e chi aveva dato disposizioni alla
pattuglia di Novate
La pregiata autofficina di Prata Camportaccio
manda il conto in risposta alla richiesta di informazioni del
difensore di Codazzi
di LUCIANO CODAZZI
Appena
saputo dell'archiviazione, mi rivolgo all'Avv. Lino GRECO di Sesto S.
Giovanni, che già mi aveva aiutato in passato e anche perché
- come già vi ho raccontato - l'avv. Galbusera non aveva più
la possibilità di occuparsi della mia pratica. Il
legale milanese mi consiglia di chiedere copia degli atti relativi
alla querela, cosa che faccio con nota del 15 luglio 1992. Il 21
dello stesso mese, dalla Cancelleria mi viene consegnata copia della
querela (priva della fotografia del furgone!) e del Decreto di
archiviazione emesso dal G.I.P. dott. P. DELLA PONA in data 7
dicembre 1990 su richiesta del P.M. datata 4 dicembre 1990. Sia la
motivazione della richiesta di archiviazione che la firma del
Pubblico Ministero risultano illeggibili: lo stesso avvocato, cui
invio per fax il documento, non riesce a decifrare il manoscritto.
Inoltre, mi fa notare, nel mandato alla Segreteria per la notifica
alla persona offesa («con avviso che nel termine di 10 giorni
dalla notifica ha facoltà di prendere visione degli atti e
presentare opposizione con richiesta motivata di prosecuzione delle
indagini preliminari», come stampigliato sul modello) manca il
mio nominativo e, infatti, non mi è stata fatta alcuna
notifica e il decreto di archiviazione del GIP è di appena 3
giorni successivo alla richiesta.
Rendendosi
conto della gravità dell'abuso e mentre si incarica di
chiedere alcune spiegazioni all'autofficina querelata (che vedremo
fra un attimo), l'avv. Greco mi invita a recarmi nuovamente in
Tribunale ed esigere che mi venga decifrato il documento. Il 28
luglio mi reco pertanto in Cancelleria, accompagnato dall'amico
Giorgio POZZI, e, dopo qualche insistenza, l'impiegata mi riferisce
che il P.M. che ha firmato la richiesta di archiviazione è il
dott. Gianfranco AVELLA e mi trascrive a lato, con grafia leggibile,
la motivazione: «RITENUTO che non risulta integrato negli
estremi soggettivi il reato di cui alla rubrica».
Intanto,
con raccomandata del 27 luglio 1992 (vedi Documento A, che la
cortese disponibilità del giornale mi consente di riprodurre
integralmente), l'avvocato chiedeva alla MoiolaCar chi avesse
autorizzato la rimozione del furgone in assenza di un provvedimento
di sequestro; dove si trovasse il furgone con relative chiavi
e se fosse mai stato fatto un inventario del carico di merce e dei
documenti ritrovati nel furgone stesso. La risposta del 28 agosto
(Documento B), mentre conferma la "regìa"
delle operazioni da parte del Tribunale («dovete rivolgerVi
alla Procura della Repubblica di Sondrio»), presenta un
risvolto comico - se non ci fossero di mezzo danni e sofferenze di
cui ancora non ho visto la fine, come vi ho aggiornato il mese scorso
- nella richiesta di pagamento di oltre 2 milioni e mezzo per
custodia e trasporto del furgone che la rispettabile MoiolaCar Snc
candidamente avanza al sottoscritto...
A
proposito: è stato pagato, e da chi, quel conto? Lo
chiedo, non tanto per me, quanto per i lettori che saranno a questo
punto curiosi di sapere. Penso che 'l Gazetin, come lo è
stato con me, sarebbe altrettanto ospitale e corretto con la
MiolaCar. Come, del resto, ha offerto di esserlo al Sindaco di Buglio
che - secondo quanto mi è stato riferito - se l'è un
po' presa il mese scorso senza però far seguire, alla visita
in redazione, la preannunciata replica.
Intanto
abbiamo comunque appurato che il protagonista del nostro giallo,
almeno fino al 21 agosto 1992, è rimasto presso l'autofficina
di Prata: che cosa gli sia successo dopo e perché, ancora
l'estate scorsa, un pubblico ufficiale - su richiesta telefonica
della Procura, secondo quanto asserito - cercasse un posto ove
collocarlo è quel che cercheremo di chiarire nelle prossime
puntate.
Tutta la
documentazione relativa al giallo, comprese le edizioni del Gazetin
da febbraio a settembre, è stata inviata, a cura
dell'interessato che ci prega di renderlo pubblico, alla
gentilissima Sig.a Alessandra CODAZZI di Roma, già Senatore
della Repubblica.
A partire da questa edizione, il giornale
viene regolarmente inviato alla stessa, unitamente agli altri
nominativi che già sono stati resi noti su queste pagine.
Documento A.
Raccomandata 27 luglio 1992 dell'Avv. Lino GRECO alla
MoiolaCar di Prata Camportaccio.
Documento B.
Risposta della MOIOLACAR Snc in data 28 agosto
1992.
(Riprodotti fotograficamente sul giornale, vengono qui
omessi, nota del curatore per Internet)
RIASSUNTO
DELLE PUNTATE PRECEDENTI
(comparse su'l Gazetin,
marzo, aprile, maggio e giugno/luglio 1996)
Il
18 maggio 1990 Luciano Codazzi viene fermato dai Carabinieri
di Novate Mezzola per un "normale controllo" che si
trasforma in una sorta di illegittimo sequestro: viene privato del
furgone, delle merci che doveva consegnare e di una serie di
documenti che portava con sé. Sul furgone rimase anche la sua
carta d'identità, di cui rimarrà sprovvisto fino al 16
febbraio 1996 quando, a seguito dell'ennesima denuncia, il Sindaco di
Buglio in Monte gli rilascia un nuovo documento.
Si
rivolge all'Avv. Fulvio Galbusera di Morbegno, per l'istanza di
dissequestro e risarcimento danni. Ma, mentre sequestro e inventario
non gli vengono mai notificati, il 6 giugno 1990 scopre, con l'amico
Lio Paggi, che il furgone è stato spostato dal parcheggio di
Novate: Codazzi incarica l'Avv. Vittorio Del Curto di Chiavenna per
un esposto, ai fini della convocazione delle parti dinanzi al
Procuratore della Repubblica.
Il legale scopre
che il furgone si trova presso l'officina autorizzata ACI "MoiolaCar"
di Prata e, anziché agire come concordato, gli propone di
andare a riprendere il mezzo mediante... un accordo amichevole con i
Carabinieri. Codazzi non accetta e, il 12 luglio 1990, gli ritira il
mandato e torna dall'Avv. Galbusera il quale, saputi gli sviluppi,
gli prepara una querela contro la MoiolaCar, che Codazzi deposita il
27 luglio 1990. Soltanto due anni dopo verrà a sapere che tale
querela era stata archiviata dal G.I.P. presso la Pretura di Sondrio
il 7 dicembre 1990.
Nel frattempo, il 2 maggio
1991, subisce un processo per guida in stato di ubriachezza (P.M. il
dott. Gianfranco Avella), per i medesimi fatti di questo "giallo",
che si conclude con piena assoluzione pronunciata dal Pretore di
Morbegno.
Il racconto, in questa 5ª
puntata, riprende dal luglio 1992 quando, appunto, Codazzi venne a
sapere dell'archiviazione della querela contro la MoiolaCar.
(da 'l Gazetin, OTTOBRE 1996)
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