"AFFAIRE TRIBUNALE DI SONDRIO"
Scoppia
lo scandalo
Borrelli indagato dalla
Procura della Repubblica di Trento su iniziativa della Procura
Generale di Brescia
Ma è soltanto una delle ultime notizie
di reato, tra le numerosissime già iscritte che si
riferiscono, direttamente o meno, al funzionamento del Tribunale di
Sondrio
di ENEA SANSI
Nel mese trascorso tanti e tali sono
gli avvenimenti, le notizie, talvolta eclatanti, accavallatesi e i
singoli minuti episodi che sarebbe utile riferire e approfondire, in
merito ai notori (per lo meno ai lettori del Gazetin)
"scandali" del Tribunale di Sondrio, che avrebbero
richiesto un'edizione straordinaria. Non potendoci permettere ciò,
ci limitiamo a fornire un sintetico quadro della situazione e alcuni
primi commenti su alcuni di tali avvenimenti, quelli sui quali è
più facile per tutti disporre dei necessari elementi di
giudizio.
Nel numero di maggio, ricorderete, in
un aggiornamento del caso "Isav/Grignano", davamo la
notizia dell'insabbiamento, presso la Procura della Repubblica di
Brescia, di alcuni esposti presentati dallo stesso Giovanni GRIGNANO
e tendenti a far emergere le responsabilità di una illecita
conduzione della procedura fallimentare. Dal servizio emergeva il
ruolo avuto dal capo della Procura milanese (da noi "strillato"
in locandina: «Anche il mitico BORRELLI nell'Affaire
Tribunale di Sondrio»), che chiedeva l'archiviazione
dell'ennesima denuncia Grignano nei confronti del collega bresciano
(tanto da farci amaramente titolare: «Brescia continui pure a
insabbiare le malefatte di Sondrio»), ma emergeva anche, da una
citazione del decreto di archiviazione del Gip di Milano Luca
PISTORELLI, «l'esistenza di un numero impressionante di
pratiche bloccate nell'ufficio di cancelleria» della Procura di
Brescia. Dopo circa un mese la cosa è finita sui quotidiani
nazionali, con una quantificazione dell'insabbiamento avvenuto per
anni a Brescia e il corollario dell'inchiesta aperta nei confronti
degli ispettori ministeriali che, nel '92, "non si accorsero di
nulla": «Imboscati in Procura 26 mila incartamenti»
(Luigi Corvi, Corriere della Sera, 28/05/97); «Imboscati
26 mila fascicoli. Si allarga lo scandalo alla Procura di Brescia,
che indaga su se stessa» (Italia Brontesi, Il Giorno,
28/05/97); «Indagati tre ispettori ministeriali. Si allarga
l'inchiesta sui documenti "scomparsi" alla Procura della
Repubblica» (a. pell., Giornale di Brescia, 28/05/97).
Fra questi 26.000 incartamenti, è risultato che vi fossero
circa 10.000 denunce di cittadini che da anni stavano aspettando
giustizia. «Possibile che su diecimila cittadini»,
commenta amaramente Grignano, «soltanto io abbia voluto andare
a vedere dov'erano finite le mie carte?» E conclude: «È
anche per questo che vanno male le cose, in Italia!»
La
"buona stampa" valtellinese (quella che conta; quella tanto
amata dai locali istituti di credito e che fa dire al nostro
Procuratore della Repubblica che tanto è solo il Gazetin
a occuparsi di queste faccende... - cfr. 'l Gazetin, aprile
1997; o quella che può vantare come editorialista financo il
Presidente del Tribunale) drizza le antenne (che non siano poi
fumisterie quelle che andiamo documentando da anni?), ma continua a
tacere... Il 10 giugno, senza che quasi lo sapesse nemmeno
l'interessato (alla prima udienza, nel '94, non poté
presentarsi perché privato del documento d'identità e
per i successivi rinvii, parrebbe come consentito dalla procedura,
non venne più informato di nulla), Luciano CODAZZI viene
condannato per calunnia in relazione al "giallo del furgone"
(si veda il nostro commento in altra parte
del giornale).
Nel frattempo, vuoi per lo
scandalo alla Procura di Brescia che ha fatto "saltare le
coperture", vuoi perché Grignano aveva iniziato a
ripresentare le sue denunce ("sparite" a Brescia o
"archiviate" a Milano) direttamente a Trento, le "notizie
di reato" con i relativi "indiziati" cominciano ad
essere regolarmente iscritte, sia a Trento che a Brescia. Esse
coinvolgono (si veda la scheda riassuntiva «I nomi e i numeri
dell'indagine») mezzo Tribunale di Sondrio, oltre al
procuratore capo di Milano, Borrelli, e al gip Pistorelli (ultimi due
nominativi del nostro elenco) per l'archiviazione di cui abbiamo già
parlato. Le fonti delle notizie di reato iscritte sono le procure
presso i tribunali di Brescia e di Sondrio, oltre alle denunce
private di Grignano, ad eccezione di quelle relative a questi due
ultimi nominativi per le quali la fonte informativa è la
Procura generale di Brescia. La notizia del più eccellente fra
i personaggi coinvolti nell'indagine assurge agli "onori"
della cronaca («Caso archiviato, indagato Borrelli»,
Italia Brontesi su Il Giorno, e «Denunce "scomparse":
indagato anche Borrelli», a. pell. sul Giornale di Brescia)
il 24 giugno, lo stesso giorno in cui si tiene a Sondrio un'udienza
del processo Isav (si veda l'aggiornamento del caso Grignano: «Rebus
per il collegio giudicante»).
La
concomitanza delle due notizie, Borrelli indagato e Giorgi che si
astiene per la motivazione sopra precisata, sollecita curiosità
e attenzione di tv e radio locali e, con ancora molta cautela
(eccetto Centro Valle -edizione del 29/06/97- che, con titolo
e riquadro almeno, comincia a distinguersi), della stampa
settimanale. Nelle stesse aule del palazzo di giustizia, a partire
dal 24 giugno, si fa più intenso il "totoindagati"
fra magistrati e avvocati, con formulazioni le più varie di
ipotesi e di commenti.
Pubblicando
integralmente le notizie ufficiali che sono disponibili (almeno per
noi), riteniamo di rendere un buon servizio di trasparenza e
conoscenza per tutti gli interessati, ma, soprattutto, per i
cittadini, che a buon diritto devono poter veder chiaro fino in fondo
a tutta questa faccenda. Chi conosce le fatiche di questa inchiesta
giornalistica, che oggi superano l'anno e mezzo (iniziammo nel
gennaio '96 con l'ormai famosa copertina: «C'è del
marcio in quel Tribunale?»), sa che non siamo animati da
giustizialismo (lasciamo ben volentieri ad altri i pruriti di
minacciare per settimane di rivelare i nomi degli indagati per le
"pensioni facili" a politici e sindacalisti, o gli
"ombrosi" assetti societari del nostrano business
dei rifiuti, senza mai farlo...), e noi d'altro canto ben conosciamo
la maturità di un'opinione pubblica che certamente sa
distinguere tra "indizio" e "colpevolezza".
[DIDASCALIA DELLE ILLUSTRAZIONI:]
(Viene riprodotta la copertina del Gazetin, gennaio 1996, dove su un paesaggio invernale campeggia la scritta: «SONDRIO. C'è del marcio in quel Tribunale?») A domandarselo non è più soltanto 'l Gazetin, ma anche le Procure di Trento e di Brescia...
Giovanni Maria Flick (nella foto si copre il volto con le mani). Anche lui riceve 'l Gazetin, come il suo predecessore al Ministero di Grazia e Giustizia, per commissione di Luciano Codazzi.
(da 'l Gazetin, LUGLIO-AGOSTO 1997)