|
Il fascino di una storia ricca di
colpi di scena, il paziente intreccio delle notizie cavate dai
documenti, la robusta sintesi degli sfondi storici, non
mancheranno di attirare, prima, di ricreare, quindi, con orizzonti
inusuali il lettore di questo libro. Perché qui si
racconta una storia. La vicenda di un piccolo gruppo di donne che,
nella prima metà del Seicento, dal villaggio montano di
Bema, sopra Morbegno, scendono in quel borgo fervido di commerci e
popolato di famiglie illustri. Una storia che, pur verificatasi
in un secolo quanto mai affollato di eventi politico-militari e
ampiamente frequentato dagli storici, non racconta di grandi
personaggi e neppure di battaglie inframmezzate da paci, ma di
vita consueta, normale; né si intrattiene, come di
frequente, sulle polemiche confessionali, tra cattolici e
riformati, ma evidenzia la religiosità vissuta nel
quotidiano e colta in una linea trasversale a tali
contrapposizioni, così da illuminarne gli analoghi
radicamenti nella società del tempo. E tuttavia proprio
questa modesta vicenda di valle diventa una sorta di test
che chiama ad evidenza, ben al di là della società
morbegnasca e del suo clero, i più ampi assetti ecclesiale
e sociale, ed i loro rapporti. Si ha in questo libro,
finalmente, una storia locale non chiusa su se stessa, bensì
illuminata da quella generale che aiuta, a sua volta, a
comprendere. Senza quella prospettiva generale, neppure si può
pensare di andare a scovare, come si fa qui – ad esempio tra
le righe delle relazioni per le Visite pastorali –
l’esistenza di “orsoline” in sperduti paesi di
montagna; d’altro canto, solo seguendo vicende di singole
persone o gruppi locali, con tutta la difficoltà delle
situazioni particolari, è possibile cogliere il reale
spessore di un fenomeno storico più generale. Una simile
capacità di leggere le realtà locali, se non è
usuale, nella storiografia valtellinese, neppure è casuale.
Deriva dal sapiente intreccio di fonti e storiografia: in questa
ricerca, infatti, mentre il ricorso agli archivi sia ecclesiastici
sia statali ha consentito di ricostruire particolari inediti e
spaccati di vita quotidiana, l’attenta selezione delle
letture ha consentito all’autrice di disporre, oltre che di
un’adeguata contestualizzazione storica, di un’equilibrata
valutazione delle stesse vicende locali. Lo spontaneo sguardo
di simpatia con cui l’autrice narra questa vicenda che ha
per protagonista un gruppo di donne di Valtellina non le impedisce
di essere rigorosa nel ricorrere alla documentazione e sanamente
spregiudicata nell’analizzarla. Piuttosto, le consente di
coinvolgere anche noi lettori in una comprensione degli eventi che
va al di là della loro semplice ricostruzione, pur
saldamente fondandosi su di essa.
(dalla prefazione di Saverio Xeres)
|
Dove
si può reperire il libro?
|