TEGLIO. QUANDO ARROGANZA E AFFARISMO
SOSTITUISCONO LA CIVICA AMMINISTRAZIONE
"Non mi rompere!"
Così, papale papale, risponde il
Sindaco a un cittadino che chiede, più che legittimamente, il
ripristino del diritto di accesso al suo bosco
(Tirano, Red.) Per riprendere il discorso, più volte
affrontato, delle famose liste civiche che oggi hanno in mano il
potere e governano con la stessa arroganza del passato, vi
vogliamo raccontare un fatto tanto emblematico quanto
significativo. Accade in quel di Teglio (il Comune
"civico" che, forse più di altri, ha predicato bene ma
continua a razzolare male): un cittadino, abitante la frazione
Tresenda, viene privato del diritto di accesso a un suo fondo
"tagliato fuori" dalla costruzione della discarica di
Saleggio che, per poter raccogliere i rifiuti provinciali, ha
inglobato, distruggendolo, il vecchio borgo composto da case
storiche e, con esso, la strada comunale che collegava tra loro
due frazioni e consentiva l'accesso ai fondi posti attualmente a
sud dell'impianto. Il suddetto cittadino, nella primavera scorsa,
avendo necessità di raggiungere il proprio bosco, oggi
accessibile soltanto da una strada posta all'interno della
discarica e opportunamente recintata, fa presente a chi di dovere
il problema: «Il sottoscritto (...) chiede (...) al Signor
Sindaco» (usa persino, rispettosamente, le maiuscole) «di voler
provvedere, per quanto di Sua competenza, a restituire al
sottoscritto i diritti d'accesso al proprio bosco al fine di
consentirgli quelle operazioni necessarie alla cura e allo
sfruttamento dello stesso».
Il Primo Cittadino gli risponde con quattro
righe di numero, su carta intestata, che riconoscono le ragioni
delle sue rivendicazioni e... tanti saluti. Poi, il nulla.
Qualcosa nel frattempo però si muove: di lì a qualche giorno un
incaricato della Secam Spa (che per conoscenza aveva avuto copia
della lettera, inviata dallo stesso cittadino) si reca a casa del
tresendino, informandolo che la Società è disposta a risolvere
il problema, costruendo una passerella in calcestruzzo, ma che
l'accesso al fondo è subordinato al passaggio obbligato
all'interno della discarica, chiusa al pubblico transito.
Tante grazie per la disponibilità, ma ciò non
è esattamente «il ripristino dei miei diritti, tanto meno di
quelli inerenti la strada comunale che consentiva l'accesso al
mio e ad altri fondi agricolo- forestali». Il malcapitato
riscrive allora al "suo" sindaco, con la stessa fiducia
che si riserva a chi ha solennemente proclamato di stare dalla
parte dei cittadini e contro la discarica. «I miei diritti
continuano a non essere rispettati» ribadisce, e prosegue: «non
intendo infatti sottostare in alcun modo alle disposizioni del
gestore della discarica» precisa gentile, ma fermo. «Ritengo
che i miei diritti non possano essere condizionati da terzi e non
intendo essere autorizzato da nessuno per raggiungere le mie
proprietà che ho sempre raggiunto senza chiedere né
autorizzazioni, né favoritismi che potrebbero ritorcersi contro
di me. (...) La prego dunque di provvedere al ripristino dei miei
pieni diritti, così come la Legge dello Stato Italiano
prevede».
Nonostante i distinti saluti, la cortese
risposta auspicata non arriva, neanche dopo il fatidico mese
previsto per legge. Intanto il tempo passa e la possibilità di
recuperare legna per l'inverno si allontana sempre più. Il
nostro, presa carta e penna, riscrive per la terza e poi per la
quarta volta al "suo" sindaco, tutto preso, nel
frattempo, insieme ai suoi amministratori, a presenziare
manifestazioni estive, scalate politiche, giochi di potere... che
saranno senz'altro operazioni importanti, ma non risolvono certo
i problemi reali della povera gente che da sola non riesce ad
avere voce in capitolo e che spera nell'intervento risolutore
dell'Istituzione...
La delusione del cittadino è tanta, la rabbia
anche, e il tono della quarta lettera le
denuncia entrambi, senza tuttavia mancare di rispetto al ruolo
pubblico del personaggio cui è indirizzata. Per idonea e precisa
documentazione, come nostra abitudine, ci sembra giusto
proporvela integralmente.
E, infine, vogliamo darvi, senza commento, anche la
risposta del sindaco di Teglio, vera ciliegina sulla torta
dell'arroganza. Poche parole ma lapidarie: «Accertato che non è
possibile disinnescare la Sua ossessione, io stesso Le suggerisco
di difendere i Suoi diritti in sede giurisdizionale. Ho seri
dubbi che possano essere riconosciuti, ma senz'altro tale
procedura avrà il vantaggio d'interrompere la copiosa
corrispondenza a me diretta».
Per completezza d'informazione, va detto che un
buon numero di cittadini di Tresenda ha cercato, a suo tempo, di
salvare la strada storica comunale di Saleggio attraverso
un'azione legale portata in sede giurisdizionale. Causa che non
ha dato esito positivo, poiché l'unica persona titolata a fare
l'esposto, cioè il sindaco di Teglio, in rappresentanza della
sua popolazione, non l'ha fatto. Nonostante varie sollecitazioni,
non ha fatto neanche una piega... ha lasciato andare le cose come
dovevano andare, con tanto di "animo sereno" (come ama
dichiarare) e senza provare neanche un poco di "civica"
vergogna per non aver rispettato le promesse fatte. Così va il
mondo delle civiche amministrazioni!
DOCUMENTI
"Sindaco, sono incredulo..."
Così il cittadino, costretto a prendere carta e
penna per la quarta volta
Meravigliato e incredulo per il Suo
atteggiamento menefreghistico nei confronti di un cittadino che
legittimamente Le chiede di ripristinare un diritto sacrosanto,
Le scrivo per la quarta volta, sperando di avere, alla fine una
risposta esaustiva e spiegazioni chiare a riguardo del problema
che Le ho posto e che Lei non ha provveduto a risolvere,
nonostante riconosca le mie ragioni.
Si tratta, come ben sa, del diritto d'accesso
alle mie proprietà di Saleggio che, con la costruzione della
discarica, non sono più raggiungibili se non attraverso una
strada chiusa da cancelli e interdetta al pubblico transito.
Se Lei, come Primo Cittadino, non avesse a suo
tempo permesso di distruggere una strada comunale storica che
serviva da sempre tutti i boschi di Saleggio, senza peraltro
preoccuparsi di assicurare i diritti dei proprietari, il problema
non si sarebbe mai posto e io non sarei costretto a chiederLe
ciò che mi spetta di diritto e che, invece, mi è stato tolto.
Lei, non solo ha permesso, ieri, la distruzione
di una pubblica strada esistente da sempre, ma oggi, con estrema
disinvoltura, si permette di ignorare le istanze di un cittadino
che rivendica legittimamente i suoi pieni diritti.
Tralasciando le considerazioni personali sul
Suo operato, che è ben lontano da ciò che ha fatto credere ai
cittadini quando chiedeva i voti per diventare sindaco, ritengo
Suo preciso dovere mettermi in condizione di riavere pienamente
ciò che mi è stato tolto. Non conosco esattamente quali accordi
Lei abbia stipulato con i proprietari della discarica, per il
semplice motivo che Lei, pur al corrente dei miei problemi, non
si è minimamente sentito in dovere di farmeli conoscere, così
come non li ha mai divulgati tra la popolazione; ma se devo
attendere la chiusura della discarica per poter raggiungere i
miei terreni, temo che Lei non abbia sufficientemente tutelato
né i miei interessi, né quelli degli altri cittadini che, come
me, sono stati privati di un pieno diritto.
Come le ho già ribadito nelle mie precedenti
lettere, per andare nel mio bosco non intendo nemmeno passare
attraverso una proprietà recintata, ma intendo avvalermi - come
ho sempre fatto prima che Lei lasciasse distruggere la strada
comunale - di un accesso pubblico, sempre esistito, che mi
consenta di non chiedere strani favoritismi o concessioni a
nessuno. Fino a prova contraria i diritti dei cittadini vanno
sempre rispettati e Lei, nella sua qualità di sindaco, dovrebbe
esserne, tra l'altro, il tutore per eccellenza, e non altro.
Nella speranza di non dover intraprendere una
causa legale per veder ripristinati i miei pieni diritti, che Lei
ha lasciato impunemente calpestare senza preoccuparsi di
tutelarli, e nella speranza di avere finalmente una risposta
chiara, puntuale, completa e risolutiva, La saluto cordialmente.
Tresenda, 11/08/1997
F/to Remo Biscotti
(da 'l Gazetin, NOVEMBRE 1997)