Il mulino di Amleto è
l'opera poderosa, e non solo per dimensioni, di un filosofo atipico,
impressionante per la vastità dell'indagine che ingloba nel
suo orizzonte tante culture lontanissime tra di loro nello spazio e
nel tempo. È un libro sorprendente e coinvolgente, eppure non
se ne parla mai, e se ne sta lì come un monumento solenne ma
alquanto ignorato e citato pochissimo.
Credo che ciò sia
dovuto al fatto che si tratta di un'opera che sfida troppi
consolidati modi di pensare. Se credete infatti che il pensiero umano
sia passato da un mythos prerazionale, per graduali passaggi,
ad un logos antesignano della scienza moderna; se pensate che
nel pensiero arcaico e mitico il numero, il calcolo e l'aritmetica
contassero poco o nulla; se pensate che prima della scrittura non
esistessero la matematica e le misurazioni astronomiche; e se
intendete rimanere fedeli a queste idee, non leggete de Santillana,
perché ve le confonderà parecchio. E anche se alcune
analisi, come quella lunga ed estenuante dell'epopea di Gilgamesh,
aprono più interrogativi di quelli che risolvono, rimane
quantomeno il sospetto che nell'immensa partitura di questo libro
incompiuto, con tutte quelle "appendici" finali in attesa
di qualcuno che le completi, una chiave per interpretare una parte
non secondaria dello sterminato repertorio mitologico dell'uomo sia
stata trovata.
s. r.
Per informazioni e contatti col
Gazetin dei libri:
*
Libreria Intervento, via Ambrosetti 37, 23017 Morbegno (SO),
tel./fax (0342) 613220
* LABOS,
via Ninguarda 44, 23017 Morbegno (SO), tel./fax (0342) 610861 e-mail:
labos@novanet.it
TORNA a Sommario N. 3/ a Indice delle edizioni uscite - TORNA alla pagina 'l Gazetin
Robert Osserman, Poesia dell'Universo. L'esplorazione matematica del cosmo, Longanesi, 1996, pagg. 204, L. 25.000
Innanzitutto i
ringraziamenti particolari: alla professoressa Di Franco che,
bocciandomi in matematica il primo anno di liceo, mi ha dato modo di
scoprire il gioco del biliardo e di capire la similitudine; a
Manfredi Lo Blanco (un mito), che mi ha attaccato
la malattia algebrica e il cuore comunista; a Don Ferrari, il mio
insegnante (maestro) di ben due corsi in università, che mi ha
permesso, obbligandomi a leggere Morris Kline (Matematica,
la perdita della certezza), di scoprire la
saggistica sulla storia e sulla filosofia (scusate la parolaccia)
della matematica. Dovrei ringraziare anche il mio relatore e amico
Prof. Bernardi per la libertà nella stesura della mia stupida
tesi di laurea (da lui però fatta passare in commissione come
oro colato). E poi
tutti coloro che scienti
o incoscienti mi hanno
permesso di discutere di metafisica e di algebra e di geometria e di
politica e di modelli.
«Siamo nani
sulle spalle di giganti!» (credo
l'abbia detto Newton): è il nostro destino alla fine di un
millennio.
Ed ora che il lettore non capisce più nulla (a
meno che non si impegni come deve, e si incuriosisca), possiamo
passare insieme alla recensione del libro che ho avuto modo di
leggere in questi ultimi tempi.
E da questo pesco
una domanda per tutte (una delle poche cose che penso di aver
capito): lo spazio è curvo? Risposta: sì. Infatti,
misurando i lati dei triangoli (a priori equilateri, cioè con
tre lati uguali), che formerebbero sei satelliti lanciati alla stessa
velocità dalla terra (calcolata in modo che anche le distanze
tra due satelliti vicini cresca in modo uguale a quella dei satelliti
dalla terra), centro ipotetico di un esagono regolare, ci
accorgeremmo che la base, la distanza tra due satelliti vicini, non
rispetta la geometria euclidea, cioè la geometria di Kant,
cioè la larghezzalunghezzaprofondità
della nostra quotidianità.
Spiegazione: se potessimo
osservare il crescere
dell'esagono al passare del tempo, da un punto di osservazione
lontano, dovremmo vedere (un po' come in quei filmati al rallentatore
in cui si mostra come sbocciano i fiori) i lati dei sei triangoli
aumentare tutti nello stesso modo. La sorpresa è che la base
invece resta un po' più piccola... o più grande?
(questo non l'ho ancora capito bene).
Buona lettura e sentiamoci
per confrontarci, se possibile!
La pazzia sta nell'ossessione di
possedere un'unica idea, non nell'esplorare tutto ciò che è
possibile pensare!
Delle cose di cui si vorrebbe veramente parlare
non si può dire niente. (Liberamente da Wittgenstein).
Matteo Ruffoni
Per informazioni e contatti col
Gazetin dei libri:
*
Libreria Intervento, via Ambrosetti 37, 23017 Morbegno (SO),
tel./fax (0342) 613220
* LABOS,
via Ninguarda 44, 23017 Morbegno (SO), tel./fax (0342) 610861 e-mail:
labos@novanet.it
TORNA a Sommario N. 3/ a Indice delle edizioni uscite - TORNA alla pagina 'l Gazetin