Mythos e logos

Il mulino di Amleto è l'opera poderosa, e non solo per dimensioni, di un filosofo atipico, impressionante per la vastità dell'indagine che ingloba nel suo orizzonte tante culture lontanissime tra di loro nello spazio e nel tempo. È un libro sorprendente e coinvolgente, eppure non se ne parla mai, e se ne sta lì come un monumento solenne ma alquanto ignorato e citato pochissimo.
Credo che ciò sia dovuto al fatto che si tratta di un'opera che sfida troppi consolidati modi di pensare. Se credete infatti che il pensiero umano sia passato da un mythos prerazionale, per graduali passaggi, ad un logos antesignano della scienza moderna; se pensate che nel pensiero arcaico e mitico il numero, il calcolo e l'aritmetica contassero poco o nulla; se pensate che prima della scrittura non esistessero la matematica e le misurazioni astronomiche; e se intendete rimanere fedeli a queste idee, non leggete de Santillana, perché ve le confonderà parecchio. E anche se alcune analisi, come quella lunga ed estenuante dell'epopea di Gilgamesh, aprono più interrogativi di quelli che risolvono, rimane quantomeno il sospetto che nell'immensa partitura di questo libro incompiuto, con tutte quelle "appendici" finali in attesa di qualcuno che le completi, una chiave per interpretare una parte non secondaria dello sterminato repertorio mitologico dell'uomo sia stata trovata.

s. r.

Per informazioni e contatti col Gazetin dei libri:
* Libreria Intervento, via Ambrosetti 37, 23017 Morbegno (SO), tel./fax (0342) 613220
* LABOS, via Ninguarda 44, 23017 Morbegno (SO), tel./fax (0342) 610861 e-mail: labos@novanet.it

TORNA a Sommario N. 3/ a Indice delle edizioni uscite - TORNA alla pagina 'l Gazetin


Innanzitutto i ringraziamenti particolari: alla professoressa Di Franco che, bocciandomi in matematica il primo anno di liceo, mi ha dato modo di scoprire il gioco del biliardo e di capire la similitudine; a Manfredi Lo Blanco (un mito), che mi ha attaccato la malattia algebrica e il cuore comunista; a Don Ferrari, il mio insegnante (maestro) di ben due corsi in università, che mi ha permesso, obbligandomi a leggere Morris Kline (Matematica, la perdita della certezza), di scoprire la saggistica sulla storia e sulla filosofia (scusate la parolaccia) della matematica. Dovrei ringraziare anche il mio relatore e amico Prof. Bernardi per la libertà nella stesura della mia stupida tesi di laurea (da lui però fatta passare in commissione come oro colato). E poi tutti coloro che scienti o incoscienti mi hanno permesso di discutere di metafisica e di algebra e di geometria e di politica e di modelli.
«Siamo nani sulle spalle di giganti!» (credo l'abbia detto Newton): è il nostro destino alla fine di un millennio.
Ed ora che il lettore non capisce più nulla (a meno che non si impegni come deve, e si incuriosisca), possiamo passare insieme alla recensione del libro che ho avuto modo di leggere in questi ultimi tempi.
E da questo
pesco una domanda per tutte (una delle poche cose che penso di aver capito): lo spazio è curvo? Risposta: sì. Infatti, misurando i lati dei triangoli (a priori equilateri, cioè con tre lati uguali), che formerebbero sei satelliti lanciati alla stessa velocità dalla terra (calcolata in modo che anche le distanze tra due satelliti vicini cresca in modo uguale a quella dei satelliti dalla terra), centro ipotetico di un esagono regolare, ci accorgeremmo che la base, la distanza tra due satelliti vicini, non rispetta la geometria euclidea, cioè la geometria di Kant, cioè la larghezzalunghezzaprofondità della nostra quotidianità.
Spiegazione: se potessimo osservare il
crescere dell'esagono al passare del tempo, da un punto di osservazione lontano, dovremmo vedere (un po' come in quei filmati al rallentatore in cui si mostra come sbocciano i fiori) i lati dei sei triangoli aumentare tutti nello stesso modo. La sorpresa è che la base invece resta un po' più piccola... o più grande? (questo non l'ho ancora capito bene).
Buona lettura e sentiamoci per confrontarci, se possibile!
La pazzia sta nell'ossessione di possedere un'unica idea, non nell'esplorare tutto ciò che è possibile pensare!
Delle cose di cui si vorrebbe veramente parlare non si può dire niente. (Liberamente da Wittgenstein).

Matteo Ruffoni

Per informazioni e contatti col Gazetin dei libri:
* Libreria Intervento, via Ambrosetti 37, 23017 Morbegno (SO), tel./fax (0342) 613220
* LABOS, via Ninguarda 44, 23017 Morbegno (SO), tel./fax (0342) 610861 e-mail: labos@novanet.it

TORNA a Sommario N. 3/ a Indice delle edizioni uscite - TORNA alla pagina 'l Gazetin