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edizione OTTOBRE 2006 Quand’è che le copertine nei mensili funzionano? Sicuramente quando si crea un cortocircuito ironico oppure straniante. A volte questi eventi visuali avvengono per caso a volte no. Comunque accade con il numero di ottobre de ‘l Gazetin: il pentolone della polenta e il richiamo all’illuminismo, ne è un esempio. La scena poi silvana, boschiva, rimanda a degli anziani che nell’anziano bosco coltivano le energie per affrontarlo richiamandosi alla tradizione culinaria. Questa sì che è grafica che varca le solite copertine patinate da edicole dorate! e che sia a farla un mensile valtellinese non è un caso. Sotto la testata compare il richiamo al portale Tellusfolio, www.tellusfolio.it, e questa è una fondante novità, da sottolineare ogni volta. ‘L Gazetin, e non solo l’annuario Tellus, sempre dell’editrice Labos, è uno dei pochi, forse l’unico mensile che ha un portale sul web, un giornale telematico, dove i suoi collaboratori transitano dalla carta alla rete e viceversa. È un arricchimento giornalistico per chi lo pratica e chi lo legge. In copertina si parla di Illuminismo per il nuovo millennio e l’articolo scritto da Gino Songini ne dilata il significato nell’attualità e scandendo i maestri del laicismo italiano ed europeo. Le sue posizioni non mi sembrano lontane da alcune che ho espresso ne “Il Calamaro gigante” in questi mesi. Un mensile valtellinese ha bisogno di storie, anche minimali, che s’incentrino sulle professioni, sui mestieri, mi spiego meglio, sul diario che offra narrazioni del vissuto: saluto allora con simpatia, dopo l’esordio nel numero estivo, Giuseppe Galimberti, architetto, e la sua “Storia di un foglio di carta”. Gli eventi culturali, le conferenze, le presenze di autori in terra retica, hanno in Annagloria Del Piano una talentosa registrazione. Concisione giornalistica e partecipazione danno agli articoli qualcosa della presa in diretta che il giornalismo guardingo e precotto degli altri giornali non ha più. Da tempo non parlavo della “Bottega letteraria”. Perché non ero del tutto soddisfatto. Lo faccio per questo numero, dove la cura di Paola De Maestri coglie secondo me nel segno spostando il supplemento verso la poesia di dediti alla poesia che non sono giovanotti ambiziosi convinti di vestire i panni corti di Rimbaud, ma autori locali che praticano la poesia per testimoniare un dettato genuino e fiducioso. Poesia come testimonianza del territorio. Avanti così. La parte più coinvolgente sta poi nel trascrivere la produzione del Laboratorio del carcere di Opera a Milano. La poesia dei carcerati, degli immigrati, degli anziani, non viene mai ricordata né pubblicata. Può farlo, deve farlo un mensile come questo. Tanto per le correnti artistiche e le discussioni di alta poetica, spesso confusa, ci sono già altre riviste, spesso illeggibili. Allora prendiamo vie nuove. Anche Tellus, ad esempio, medita di intervenire in questo settore. Di particolare interesse gli articoli sulla scuola («Inaugurazione del nuovo anno scolastico al Quirinale» e «Questo sì che è agire!»). Sta accadendo una reazione anti-scuola pubblica sotto le insegne del governo di centro sinistra? Credo di sì. Gli articoli lo dimostrano! Non mi resta che segnalare, per non stare a ripetere l'indice completo di questo bel numero del mensile (che potete trovare in edicola, se state in provincia di Sondrio), la nuova rubrica musicale “Zone d'ombra” dove, grazie alle interviste di Nicola Mattarucchi, abbiamo occasione di scoprire il multiforme mondo del band giovanili locali. Questo mese, e il nome è già tutto un programma, il duo God in a Box. San Cassiano Valchiavenna, 8 ottobre 2006 Claudio Di Scalzo |