La strategica miniera
Ma l'oro dei valtellinesi non sta
dentro una cava...
di LILIANA ICARDI
Dopo le ultime autorizzazioni, la miniera di feldspato in Valgrosina, è destinata a diventare tragica realtà. Non bastano i demagogici proclami di solidarietà dei politici alla popolazione, ma è necessario agire con determinazione per salvaguardare davvero l'ambiente e con esso la salute dei cittadini.
Ieri a Saleggio, oggi in Valgrosina. Un film
già visto, del quale conosciamo, purtroppo, l'epilogo. Si
distrugge l'ambiente in nome di una presunta "logica degli
interessi generali", che, in verità, ha scopi ben diversi
dalle reali esigenze dei cittadini. Ieri ci hanno fatto credere
che si doveva agire per "salvaguardare" il "
bene" provinciale, oggi addirittura quello nazionale. Come
se la salute dei cittadini, il rispetto per l'ambiente e il
territorio fossero un bene "particolare", di secondaria
importanza rispetto alle sorde ragioni degli interessi economici.
Un modo di ragionare che la gente di buon senso non può
condividere, ma che è costretta a subire, pagandone un prezzo
altissimo in termini di qualità della vita.
Nessuno meglio di me può capire il senso di
impotenza e la rabbia che attanaglia in questo momento l'animo
dei grosini. La mia personale solidarietà (anche se mi sento di
esprimerla in modo sincero e disinteressato) a nulla serve in
termini pratici. Servirebbe invece ciò che agli abitanti di
Tresenda è completamente mancato: la vera partecipazione di
tutto il popolo valtellinese. Solo una presa di coscienza
collettiva, che travalichi interessi politici ed economici,
campanilismi, logiche di bottega e quant'altro, potrebbe infatti
sortire qualche effetto. Contrariamente, lo stesso destino
toccato ieri a Tresenda e oggi a Grosio, domani, potrebbe toccare
a qualsiasi altra località della valle.
E se posso azzardare un consiglio, non certo
dettato dalla presunzione, ma soltanto dall'esperienza, vorrei
dire a tutti gli abitanti di Grosio di non fare l'errore di
appoggiarsi a questo o a quel partito politico, sperando di
risolvere la questione. È un errore che noi (abitanti contrari
alla distruzione dell'oasi di Saleggio) abbiamo fatto in buona
fede, e che purtroppo abbiamo ripetuto più volte, con esiti
disastrosi. La prima volta fidandoci di politici mascherati
dietro il simbolo di una lista civica comunale che, dopo averci
utilizzati come specchietto per le allodole, ci hanno tradito,
essendo il loro unico scopo quello di scalzare la precedente
amministrazione per prenderne il suo posto (e noi li abbiamo
aiutati a fare anche questo, credendo che i secondi sarebbero
stati meglio dei primi...) e non certo di evitarci la discarica,
come invece ci avevano giurato. La seconda, non meno tragica,
quando abbiamo sostenuto candidati provinciali e regionali dello
schieramento opposto a quello che appoggiava la realizzazione
della discarica di Saleggio. Candidati dichiaratisi a nostro
favore prima delle elezioni, letteralmente spariti poi.
Evidentemente, presi dai giochi di potere che
oggi come ieri continuano a dominare gli scenari della politica,
hanno preferito privilegiare il proprio cadreghino piuttosto che
difendere gli interessi dei cittadini.
Il risultato è stato quello di lasciarci
spiazzati e soli a lottare contro i mulini a vento, con pezzi che
si perdevano di giorno in giorno, ogni qual volta veniva offerto
sottobanco a qualcuno un piccolo o grande privilegio personale
(non sempre è stato così l'andazzo di certa
"politica"?) che gli faceva dimenticare la nobile causa
comune. Se non impareremo a slegarci dall'ambientalismo poco
convinto di certi politici e dall'ecologia interessata che a
turno ci propiniamo destra e sinistra, a seconda del loro
tornaconto, la nostra valle, degradata, impoverita e
cementificata, andrà verso un degrado che metterà a dura prova
la nostra salute e il futuro dei nostri figli. Non c'è nessuna
ragione, politica, economica o di Stato, che ci deve spingere a
vilipendere il nostro territorio, anche se numericamente siamo
poco rilevanti, sia a livello regionale che nazionale. Se
vogliono farci credere che contiamo nulla, uniamoci e richiamiamo
i nostri cari politici al ruolo che loro compete: quello di
difendere con vigore, con coraggio, con onestà, con trasparenza
(quella che predicano quotidianamente per nascondere i
sotterfugi) le peculiarità della nostra valle e dei suoi
cittadini. E non lasciamoci abbagliare agli eventuali miliardi di
indennizzo: sarebbero soltanto un ulteriore strumento in mano a
chi, gettandoci fumo negli occhi attraverso cosiddette opere
pubbliche, otterrebbe consenso elettorale a scapito della
qualità della nostra vita. Tanto meno fidiamoci di quelle aule
di tribunale, pronte ad archiviare tutto ciò che va contro i
potenti... In un Paese che ha una miriade di leggi che si
contraddicono una con l'altra, l'avvocato più prestigioso,
quello che costa milioni sopra milioni (e che noi, poveri
mortali, non ci potremo mai permettere) vincerà sicuramente la
causa contro di noi. Se questo è il progresso... no, grazie!
(da 'l Gazetin, NOVEMBRE 1997)