Libri-squalo

In piena vacanza, il 30 giugno scorso, 'l Gazetin dei libri ha trovato sul Corriere della Sera il suo editoriale. È il pezzo che segue e che ben completa il discorso iniziato sull'ultimo numero intorno alla questione degli sconti sui libri nella grande distribuzione (con relativa penalizzazione delle librerie medio-piccole).
   Vi chiederete cosa c'entrino i
bestseller (poiché di questo parla l'articolo) con le storture indotte nel mercato dalla pratica dello sconto sregolato. C'entrano, a mio parere. Prima di tutto perché a stortura si aggiunge stortura (come argomenta Berardinelli); e poi perché queste due storture mi sembrano perfettamente sinergiche. Infatti, a ben pensarci, qual è l'habitat naturale del libro- squalo, del bestseller, se non il grande supermercato? Lì il non lettore che vuole mettersi al passo con la "cultura" del suo tempo, trova le condizioni di massima libertà per poter acquistare IL LIBRO, letto il quale può pensare di aver letto tutto quello che conta. Con buona pace delle differenze, culturali ed economiche.
   Per chiudere, una precisazione. Sollecitato a farlo, sottolineo che i pezzi pubblicati sul
Gazetin dei libri, in particolare gli editoriali, riproducono esclusivamente il pensiero di chi li firma.

m. o.

   Il servizio di Ennio Carretto «L'America dei bestsellers non legge più» (Corriere di sabato 28 giugno) si presta a molte considerazioni. La prima però è elementare fino alla tautologia. In un mercato librario nel quale domina la logica del bestseller i libri, la pluralità dei libri, soccombono.
   Il bestseller è infatti un antilibro, un libro divora-libri. Non ho mai creduto che la sterminata massa che all'improvviso corre in libreria, inusitatamente, sia una massa di lettori veri e propri. Si precipita a comprare il libro che in quel momento vende di più chi non entra mai in libreria, chi per le più diverse e anche giuste ragioni teme i libri e le librerie. Il bestseller dà coraggio ai non lettori, li sblocca, dà loro quel minimo di coraggio necessario ad entrare in una libreria stracolma di autori e titoli sconosciuti e chiedere il più famoso e venduto dei libri.
   Il compratore di bestseller non si ferma un minuto davanti ai banchi, non si mette a sbirciare e curiosare negli scaffali. Entra, si dirige fiero e ansioso verso la cassa e chiede il libro che vende di più: nessuno obietterà, nessun commesso resterà perplesso, nessuno dubiterà di quella scelta che non è una scelta, nessuno farà all'acquirente domande imbarazzanti proponendo magari delle alternative.
   Il primo movente dell'acquirente di bestseller è la fobia. E il bestseller permette di superare momentaneamente quella fobia di tutti gli altri (troppi) libri da conoscere e forse da leggere.
   Come sappiamo, la vita dei libri non è affatto pacifica e indolore. Ci sono libri-squalo, feroci divoratori di altri libri, che semplificano brutalmente il panorama e desertificano l'ambiente. Se non ci fossero i bestseller a operare questa igienica devastazione di tutto il resto, il pubblico dovrebbe davvero diventare un pubblico di lettori esperti, informati e consapevoli.
   Un bestseller è tale anzitutto perché cancella altri libri, li minimizza, li rende invisibili, superflui. Leggendo il bestseller e solo quello il lettore sente di venire a capo, per così dire, della propria epoca. Si impadronisce del culmine, conquista la vetta dell'attualità libraria con un salto solo: e ha l'impressione di aver letto tutto quello che conta avendo letto un solo libro.
   Non c'è bisogno di disprezzare i libri. Basta ignorarli con l'aiuto del bestseller. Tanto, prima o poi, verranno mandati al macero.

Alfonso Berardinelli


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