Pensieri inutili di GINO SONGINI

Diligite iustitiam

Il 2001 è stato un anno difficile anche per il Gazetin. Gli avvoltoi hanno ruotato sopra la sua testa nella speranza di vederlo cadere e di divorarne le spoglie. Ma non ci sono riusciti e, statene certi, non ci riusciranno. Il Gazetin, Enea, Vanna e tutta la redazione, continueranno la loro civile battaglia a difesa degli oppressi e a tutela della legalità. Il nostro giornale continuerà, come sempre, a raccontare fatti e misfatti nella loro realtà e nel loro divenire: gli affezionati lettori, sempre più numerosi, avranno modo di ricavare dalla cronaca i loro giudizi. Siamo convinti che chi ha agito e agisce contro di noi l'abbia fatto e lo faccia esclusivamente perché infastidito dai documentati racconti dei nostri fogli, non certamente perché «diffamato» dal nostro giornale.

Del resto basta andare a rileggere le pagine incriminate: vi si raccontano fatti, non vi si esprimono aprioristici giudizi. E se questi fatti non fanno onore a qualcuno non è certamente colpa nostra. D'altro canto conforta il sostegno e l'affetto di tanta gente: non soltanto di coloro che hanno sofferto e soffrono le disfunzioni di un sistema che penalizza soprattutto chi non dispone di particolari risorse, né può vantare santi in paradiso. Sempre più numerosi sono i lettori che ci sostengono nelle nostre battaglie, anche perché più che mai attuale (oltre che sacrosanta) è la lotta per una giustizia che funzioni e per una "legge uguale per tutti".

A tutti questi amici rispondiamo che il Gazetin, con le sue risorse ma con volontà ferma, continuerà a schierarsi con quelli "che hanno fame e sete della giustizia" anche se ciò comporterà, come sta comportando, non poche difficoltà al nostro piccolo giornale. Confortati dal loro sostegno, siamo pronti ad affrontare le nuove sfide che ci aspettano. Come sempre, non avremo paura di schierarci dalla parte della solidarietà e della verità.

E a coloro che hanno responsabilità di giudicare ripetiamo l'invito già espresso con parole scolpite nel Libro della Sapienza: «Diligite iustitiam qui iudicatis terram» (amate la giustizia voi che giudicate la terra).

(da 'l Gazetin, FEBBRAIO 2002)


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