La leggenda di Evandro e Leandro

La scoperta dello Scudo fiscale e la maledizione degli Studi di settore

di VANNA MOTTARELLI

Tempo addietro Alberto Figliolia mi aveva chiesto di scrivere un pezzo sullo “scudo fiscale”. Avevo accolto il suggerimento, trattando, sotto un profilo prettamente tecnico, l’argomento su Centro valle.

Il tema è tornato d’attualità con la nuova finanziaria. Per non tediare i lettori de ‘l Gazetin e in omaggio ad Alberto, prendo spunto dal suo ultimo, bellissimo libro, Notturni a venire, per spiegare lo scudo fiscale con un… racconto.

Nel paese di Tassonia vivevano due gemelli, identici come due gocce d’acqua, ma completamente diversi nei rapporti con il fisco. Il primo, leale nei confronti dell’erario, versava le tasse fino all’ultima lira. Il secondo, evasore incallito, aveva accumulato fortune sia all’estero che in Italia. I concittadini, scherzosamente, proprio per il loro atteggiamento verso il fisco, li chiamavano  Evandro e Leandro.

Un giorno entrambi i gemelli andarono a confessarsi, fiscalmente parlando, da un “padre spirituale”. Le cose andarono, più o meno, così.

Confessione di Evandro

Evandro: Padre, ho evaso!

Padre: Male, figliolo!

Evandro: Ho portato la maggior parte dei capitali all’estero…

Padre: Meno male, figliolo!!!

Evandro: Ora vorrei costruire una bellissima villa in Italia, ma non so come far comparire i capitali.

Padre: Usa lo scudo fiscale, figliolo. Con un modico obolo allo Stato puoi rimpatriare tutti i capitali che vuoi!

Evandro: E se dovessi utilizzare anche capitali che detengo abusivamente in Italia?

Padre: In tal caso, una capatina in Svizzera, una sciacquatina nel lago di Lugano, l’obolo allo Stato italiano e… emersione è fatta!

Confessione di Leandro

Leandro: Padre, sono sempre stato un contribuente modello.

Padre: Male, figliolo!

Leandro: Ho sempre pagato le tasse fino all’ultima lira!

Padre: Molto male, figliolo!!!

Leandro: Il fisco mi chiede ora una cifra esorbitante in base agli studi di settore…

Padre: Paga, figliolo!

Leandro: Ma io il denaro non ce l’ho. Non posso fare nient’altro?

Padre: Veramente… un’altra soluzione ci sarebbe… Ma devi arrivarci da solo!

Epilogo

Passarono i mesi. Di Leandro ed Evandro si persero le tracce. C’è chi giura di aver visto Evandro in coda alla dogana di Chiasso e che ora è il primo della fila. La sua pazienza è stata premiata. La nuova manovra  finanziaria riapre i termini dello Scudo fiscale!!!

E Leandro? Nessuno lo ha più visto, ma c’è chi giura di intravedere, nelle notti di luna piena, una sagoma penzolare dal ramo più alto dell’albero più alto del bosco.

(da 'l Gazetin, NOVEMBRE 2002)

© LaboS Editrice, Morbegno
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LA LEGGENDA DI EVANDRO E LEANDRO – PARTE SECONDA

Il condono ha unito ciò che il fisco aveva diviso

di VANNA MOTTARELLI

Evandro e Leandro, dimagriti, con barba e capelli lunghi, identici più che mai, ricomparvero all’improvviso nel paese di Tassonia, quando ormai tutti li davano per dispersi…

Subito si presentarono da colui che chiamavano “padre spirituale” per talune, urgenti riflessioni “fiscali”.

Riflessioni di Evandro

Evandro: Padre, sono tornato!

Padre: Lo vedo. Racconta, figliolo…

Evandro: Ho preso la via di Chiasso, determinato a far emergere in Svizzera i capitali derivanti dalla mia ingente annosa evasione fiscale. Molti evasori avevano però avuto la mia stessa idea. Rimasi in coda per mesi, costretto a un forzoso sciopero della fame. Mentre stavo per passare la frontiera sentii alla radio che la Finanziaria aveva varato il condono fiscale. Rimasi folgorato. Il condono sì che è una vera manna, pensai. Altro che scudo fiscale!!!

Padre: Con il condono devi pagare una percentuale del 18% delle imposte versate, mentre con lo scudo fiscale te la cavi con il 2,5% dei capitali che vuoi fare emergere. Non capisco tutta questa eccitazione figliolo.

Evandro: Glielo spiego subito. Sa quanto ho evaso dal 1997 al 2002?

Padre: Moltissimo, …suppongo.

Evandro: Esatto! Circa 5 milioni di Euro. Sa quante tasse ho pagato dal 1997 al 2002?

Padre: Pochissime, …suppongo.

Evandro: Esatto! Ho dichiarato imponibili per 5.000 Euro e, quindi, ho pagato 1.000 Euro di imposte.

Padre: Ora mi è chiaro!!! Tradotto in cifre: per far emergere i capitali evasi, con lo scudo fiscale, avresti dovuto sborsare 150.000 Euro, mentre con il condono te la cavi con 180 Euro.

Evandro: Che ne pensa, padre?

Padre: La fortuna aiuta gli audaci!!! Condono a tutto spiano, figliolo!!! Corri, prima che il fisco ci ripensi…

Riflessioni di Leandro

Leandro: Sono tornato, Padre!

Padre: Lo vedo. Racconta, figliolo…

Leandro: Ero intenzionato a porre fine alla mia assurda esistenza di contribuente modello. Mi recai dritto verso l’albero più alto del bosco, ma… lo trovai già occupato. Un altro contribuente modello aveva avuto la mia stessa idea! È un segno del destino – pensai – non devo prendere decisioni affrettate. Vagai per mesi senza meta, cibandomi di erbe e di radici e dormendo nelle grotte, finché, da un giornale abbandonato da un turista domenicale, appresi che la Finanziaria aveva varato il condono fiscale.

Padre: Non  ti capisco... Come può allettarti il condono fiscale?

Leandro: Glielo spiego subito. Sa quanto ho dichiarato al fisco dal 1997 al 2002?

Padre: Moltissimo, …suppongo.

Leandro: Esatto! Sa quanto ho evaso dal 1997 al 2002?

Padre: Niente, …suppongo.

Leandro: Esatto! Ha idea quanto mi costerà il condono fiscale?

Padre: Un’esagerazione suppongo.

Leandro: Proprio così! E ho deciso di aderire al condono perché non intendo più essere un contribuente modello.

Padre: Continuo a non capirti figliolo…

Leandro: Darò fondo a tutti i miei risparmi. Pagherò, pur non avendo evaso alcuna imposta, e poi mi comporterò nei confronti del fisco come fa il mio gemello Evandro.

Padre: Ora sì che mi è chiaro!!! Condono a tutto spiano, figliolo!!! Corri, prima che tu possa cambiare idea…

Epilogo

Evandro e Leandro aderirono al condono, tacitando il fisco da ogni pretesa. Evandro, con il denaro portato alla luce del sole, fece costruire una villa da sogno e condusse vita da nababbo. Leandro, rimasto senza soldi, entrò in affari con il gemello. Insieme diedero vita alla “Evandro & Evandro Spa”. E vissero entrambi… evasori e ricchi.

Il finale di questa leggenda è simile a quello della Fattoria degli animali di Orwell: così come gli animali non riuscivano a distinguere chi fosse il maiale e chi l’uomo, così gli abitanti di Tassonia non riuscivano più a distinguere quale dei gemelli fosse Evandro e quale Leandro.

(da 'l Gazetin, GENNAIO 2003)

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