Argomenti di BENEDETTO DELLA VEDOVA

 

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REFERENDUM. SI FIRMA ANCHE NEI COMUNI
Principio generale
la convinzione di alcuni
 
In queste poche settimane di settembre, si gioca il destino del referendum contro la Legge sulla procreazione assistita promosso prima dai radicali e poi, in forme diverse e complementari, da alcune forze politiche di sinistra (anche se non sempre con la necessaria convinzione e “ufficialità”).
Come mi è già capitato di scrivere questa Legge è stato un errore che rischia di rivelarsi particolarmente grave; un errore commesso da parlamentari apparsi più interessati a compiacere la volontà del Vaticano di affermare un principio, l’intangibilità dell’embrione, che di legiferare pensando alle conseguenze concrete. Con questa Legge l’Italia diventa un paese in cui le coppie sterili avranno grandi difficoltà a ricorrere all’assistenza medica (chi ha i soldi andrà all’estero, altrove in Europa dove le regole sono molto meno restrittive) e in cui i ricercatori dovranno abbandonare il campo, promettente anche se ancora tutto da esplorare, delle cellule staminali embrionali.
Chi decide di firmare il referendum (anche nelle segreterie di tutti i comuni) non sceglie di schierarsi con i laici contro i cattolici e neppure che si debba stabilire che l’embrione non è vita. Sceglie semplicemente di cancellare una legge proibizionista che afferma come principio generale la convinzione di alcuni, senza preoccuparsi delle conseguenze concrete (che saranno in parte comuni a tutte le leggi proibizioniste). Sempre che siano necessarie regole e che non basti la deontologia di medici e scienziati, le regole non possono essere quelle - irrealistiche - della proibizione.

b.dellavedova@agora.it

(da 'l Gazetin, SETTEMBRE 2004)


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