Argomenti di BENEDETTO DELLA VEDOVA

Laicità dello Stato
per via giudiziaria?

Il prezzo che i cattolici sono disposti a pagare per mantenere il crocifisso appeso nelle aule delle scuole

Calmate le acque della cronaca, si può tornare a discutere del crocifisso nelle classi dei ragazzi italiani. Non credo alla "via giudiziaria" alla laicità dello Stato; anche perché, come si è visto, lo strappo operato dal magistrato abruzzese ha finito per rianimare soprattutto il fronte di coloro che ritengono inaccettabile la rimozione dei crocifissi dalle aule.

Una cosa mi ha stupito: non sentire, se non rarissime, voci cattoliche a favore della rimozione del loro simbolo più caro dalle aule e dalle sedi istituzionali. Lasciamo perdere l'origine della normativa che prescrive l'affissione dei crocifissi: le leggi sono fatte anche per poter essere cambiate. Il vero scandalo per i cattolici, a mio avviso, avrebbe dovuto essere quello di un Cristo crocefisso ridotto a testimonial dei "valori occidentali", icona della democrazia liberale e magari, purché no, del capitalismo. Intendiamoci, tutte cose che in moltissimi amiamo e vogliamo difendere (oltre che migliorare), ma che sono cosa diversa dalla fede nel creatore e dalla fiducia nel premio eterno che seguirà ad una vita virtuosa vissuta secondo le sacre scritture.

No, non è così che si difende la nostra società liberale (più o meno, molto meno...) da presunti attacchi di altre culture o religioni. Proprio la capacità delle nostre istituzioni di reggersi su patti di convivenza basati sulla Costituzione e la Legge, non su una religione, per quanto diffusa, è la loro forza. La difesa della libertà religiosa è un dovere della “società aperta”, ma la religione, una religione, non può essere il “marchio”. Riflettano su questo anche i cattolici; sul fatto che il “loro” crocifisso forse resterà appeso nelle aule della scuola di Stato, ma a un caro prezzo: non rappresentare più il figlio di Dio morto in croce e risorto dopo tre giorni, ma l'essenza di un Occidente pagano che si difende dal “rischio” di altre religioni più ...“pericolose”.

b.dellavedova@agora.it

(da 'l Gazetin, NOVEMBRE-DICEMBRE 2003)


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