Argomenti di BENEDETTO DELLA VEDOVA

Pensioni: un po' per ciscuno

Come sempre, poco prima dell’estate il Governo presenta il DPEF, il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, la base della politica economica e fiscale dell’anno successivo.

Anche quest’anno uno dei temi più “caldi” è quello delle pensioni, cioè della necessità di riformare in modo incisivo il sistema previdenziale, al fine di evitare che si arrivi al crack finanziario nei prossimi dieci o vent’anni. Non solo, vi è una ragione ancor più importante: cercare di riequilibrare la redistribuzione di oneri e i benefici tra le generazione. Chiunque di noi può fare una piccola indagine statistica tra familiari, parenti ed amici, e capirà che la vita media si è allungata in modo sensibilissimo negli ultimi vent’anni e che il numero di figli è diminuito. Bene, se consideriamo che le regole per la pensione sono oggi più generose di quanto non fossero 25 o 30 anni fa, non è difficile capire perché i sistemi sono in crisi e perché bisogna, quantomeno, ritardare l’età del pensionamento. I, relativamente pochi, giovani lavoratori di oggi pagano contributi previdenziali record (per capirci, il 33% circa dello stipendio lordo), andranno in pensione più tardi e avranno pensioni pari ai due terzi o alla metà di quelle dei cinquantacinquenni che oggi lasciano il lavoro. E’ un’ingiustizia palese che finirà, nel giro di trenta o quarant’anni, per produrre milioni di pensionati poveri.

Ragioni di equità tra le generazioni e di sostenibilità finanziaria, lascerebbero supporre che maggioranza ed opposizione si trovino concordi nel sostenere una riforma incisiva delle pensioni. Invece, come vediamo, le cose stanno all’incontrario. In primo luogo il Governo teme la protesta del sindacato, che già minaccia lo sciopero generale unitario nel caso si “tocchino le pensioni”. Su questo bisogna essere chiari: gli iscritti al sindacato sono in prevalenza pensionati e lavoratori prossimi alla pensione. Opponendosi a qualsiasi ipotesi di riforma i leader sindacali non fanno altro che difendere gli interessi dei loro iscritti, anche contro l’interesse generale. L’errore non lo fanno loro, lo fanno i politici che non hanno il coraggio di sfidare i loro veti in nome dell’interesse del paese e di quello dei più giovani in particolare. Ogni anno che passa, però, la riforma delle pensioni diventa più difficile, perché anche l’elettorato invecchia, ed è sempre meno propenso, nell’illusione di difendere i propri interessi, ad avallare riforme incisive.

Per questo è importante che coloro che hanno consapevolezza che sulle pensioni si gioca una parte importante del futuro di questo paese, così come dell’Europa, si mobilitino a favore dei progetti di riforma. Ad esempio andando a sottoscrivere la campagna: “Pensioni: un po’ per ciascuno”, promossa da Radicali Italiani cui è possibile aderire al sito www.riformiamolepensioni.org .

b.dellavedova@agora.it

(per problemi di spazio, questo "argomento" non compare nell'edizione cartacea de 'l Gazetin)


Torna/vai alla Home Page Gazetin