Argomenti di BENEDETTO DELLA VEDOVA

Elezioni in Kosovo
Qualche ragione di speranza in più, per una vita libera e dignitosa, anche per gli afgani

Un paio di settimane fa in Kosovo si sono tenute le elezioni, ragionevolmente libere e democratiche. Ha vinto Rugova, un kosovaro di etnia albanese "moderato", che già aveva avuto una parte importante nella politica dell’area prima dell’aggressione nazionalista e della pulizia etnica di Milosevich. La comunità serba del Kosovo ha partecipato alle elezioni eleggendo propri rappresentanti in seno all’assemblea legislativa, rifiutando le sirene di quanti chiedevano un boicottaggio. Nessuno si illuda, non siamo ancora alla pacificazione dell’aerea e tantomeno ad una sua definitiva "normalizzazione" democratica, ma queste elezioni, passate sostanzialmente sotto silenzio a causa della guerra in Afghanistan, meritano una qualche attenzione. Sono infatti passati poco più di due anni da quando, grazie all’intervento militare americano, la spirale sanguinaria del terrore serbo è stata spezzata e al popolo islamico/albanese è stata assicurata la pace e la possibilità di una vita più sicura. Anzi, di "una" vita. E, nel frattempo, Milosevich è sottoposto ad un pubblico e regolare processo da parte della Corte Penale Internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia. Incalzato dal procuratore generale, la signora Del Ponte, l’ex dittatore serbo cerca come può di difendersi tentando perfino di lanciare i suoi proclami attraverso i media internazionali. C’è da meditare, io credo, per i moltissimi pacifisti, anche italiani, che allora si scagliarono con veemenza contro la "comunità internazionale" e condannarono senza appello e riserve l’intervento armato. Ripeto, nessuno si illuda che i guai per l’area balcanica, che hanno radici millenarie, siano terminati, ma mi sembra arduo negare che rispetto a tre anni fa le cose abbiano fatto immensi progressi.
Nel frattempo la guerra in Afghanistan sembra archiviare la sua fase più cruenta, con la sconfitta del regime dispotico e violento dei talebani, ed i giorni sembrano contati anche per Bin Laden, il regista del terrorismo fanatico che di quel regime è stato per anni complice ed ospite. Non sarà facile, anzi!, assicurare la pace nella giustizia in quel paese devastato per secoli prima e negli ultimi decenni poi da ripetute invasioni straniere e insanabili conflitti etnici, ma gli uomini e, soprattutto, le donne afgane hanno una qualche ragione di speranza in più per una vita libera e dignitosa. Guardando al Kosovo la fiducia nella cosiddetta comunità internazionale, con tutte le sue ipocrisie, cattive coscienze e calcoli, forse può sembrare riposta meno peggio di quanto in molti si aspettassero.

(da 'l Gazetin, DICEMBRE 2001)


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