Sullo tsunami e sulla provvidenza

di ENRICO MARCO CIPOLLINI

 Tutta l’umanità è sotto choc per il maremoto che ha sconvolto il Sud-Est asiatico e ci inchiniamo profondamente al dolore per i morti e per quello dei sopravvissuti.

Ma in questo breve “pezzo” vorrei rifarmi a certe dichiarazioni apparse sulla stampa e sui vari media. Alcuni sono ritornati sulle tesi del religioso Pope che soleva dire «tout cela qui existe, c’est bien!» (tutto ciò che esiste, è bene), Essay, I:294. E siccome per taluni la Natura è un prodotto di Dio, della Provvidenza, bisognerebbe cercare -anche in questo caso- «i disegni imperscrutabili del Padreterno» per capire cosa ha voluto dirci con tale avvertimento (sic, doppio sic!), che sarebbe lo tsunami. A tale “logica”, tra virgolette apposite, anche se non si può oggi concepire alla maniera di Voltaire il rapporto uomo/mondo, è ovvio rifarci al grande francese, quando sconvolto per il terribile terremoto di Lisbona del 1755, nutre ancor più seri dubbi sulla Provvidenza (si legga l’attualissimo Poema sul disastro di Lisbona del 1756): è forse ragionando di metafisica, dice Voltaire, che metteremo fine alla guerra, al fanatismo e ai terremoti? Non tutto ciò che succede è bene, è il suo pensiero anti-provvidenzialistico, garante di un futuro tutto roseo dell’uomo che s’affida a Dio. «Tutto ciò che succede, è bene» è una tesi che accetta la peggiore e più oscurantista filosofia tradizionale, che sfocia nell’oscurantismo fanatico, che aderisce di fatto al fatalismo d’accettare la realtà così com’è senza guardare le cause più profonde che sono “pratiche”, altroché divine. Ma proprio perché pratiche, non si vogliono guardare. Meglio allora rifugiarsi nella provvidenza divina che diventa una specie di rifugio per non affrontare la realtà, anche se questa è dura.

Quelli colpiti sono Paesi poveri che non si son potuti permettere gli strumenti tecnologici per monitorare in tempo lo tsunami ed evitare la tragedia. Questa è la realtà, altro che disegni imperscrutabili divini. Quindi con Voltaire, mutatis mutandis, possiamo ben dire, capovolgendo le tesi di Pope, Leibniz e Rousseau, che tutto ciò che succede, non è sempre bene, senza rifugiarsi nelle sabbie mobili di una vecchia e superata metafisica medioevale. E certuni farebbero bene, prima di parlare di divini segreti ed imperscrutabili, leggersi Voltaire e soprattutto il suo prezioso ed attualissimo Candide: «Se questo è il miglior dei mondi possibili, cosa sono dunque gli altri?»

(da 'l Gazetin, GENNAIO 2005)


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